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Non solo Ostia: a nord di Roma maxi confisca da 100 milioni

Gen 26, 2018

Da sud a nord di Roma (o viceversa) il risultato non cambia: lo Stato non d tregua a mafie e organizzazioni criminali.

Ieri l’operazione della Dda della Capitale contro il clan Spada sul litorale laziale a sud di Roma. Oggi un altro colpo – una confisca di oltre 100 milioni – contro un gruppo di soggetti di origine campana radicatasi da tempo a Ladispoli (Roma). Il gruppo era riuscito a trasferire a nord della Capitale il modus operandi della camorra napoletana nella gestione di traffici illeciti.

Il patrimonio confiscato consiste in 49 immobili di pregio (comprese ville con piscina, appartamenti di lusso ed appartamenti, tutti nei comuni di Ladispoli e Civitavecchia), otto auto, 23 rapporti bancari e finanziari e cinque societ e relative quote aziendali.

Il centro Dia di Roma, agli ordini di Francesco Gosciu e la Compagnia dei Carabinieri di Civitavecchia hanno eseguito i provvedimenti, disposti dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Roma, nei confronti di cinque soggetti residenti a Ladispoli e ritenuti i responsabili, a vario titolo, di una consorteria criminale, che nel tempo gli ha consentito di accumulare illecitamente un ingentissimo patrimonio, frutto principalmente di un articolato sistema di usura ai danni di cittadini e imprenditori locali in crisi economica, molti dei quali anche con il vizio del gioco d’azzardo.

Il Tribunale di Roma ha quindi confermato in pieno l’impianto accusatorio sostenuto dalla Dia, disponendo anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno a carico di quattro soggetti su cinque.

Nel giugno 2015 l’indagine denominata Alsium, avviata nel marzo 2014 dalla Dia di Roma aveva consentito di far luce sulle dinamiche di infiltrazione nell’economia regionale di clan vicini alla camorra, attraverso propri referenti stanziatisi nel tempo in quel territorio.

Le indagini avevano consentito di delineare come il sodalizio criminale di connotazione camorristica, agisse attraverso metodiche rodate, finalizzate alla concessione di prestiti a tasso usuraio, con interessi annuali che in alcuni casi hanno raggiunto il 120% dell’importo versato, per un complessivo giro di affari di varie centinaia di migliaia di euro a scapito di decine di soggetti. Determinanti furono le testimonianze di alcune vittime, particolarmente vessate e prostrate dal rapporto con gli arrestati, che avevano descritto i metodi di strozzinaggio, l’entit delle somme ricevute e versate in oltre 10 anni e le intimidazioni e minacce ricevute.

Emblematico, il caso di una di queste (un dipendente pubblico), succube del gioco d’azzardo e delle scommesse calcistiche clandestine, che ha dichiarato di aver accumulato, in tre anni di giocate “sulla fiducia”, un debito di oltre 10mila euro e di essere stato minacciato non potendo farvi fronte, nonostante la cessione del quinto del suo stipendio.

r.galullo@ilsole24ore.com

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