AGI – Il titolare di uno stabilimento balneare che vieta ai clienti di consumare cibo portato da fuori è legittimato a farlo? È stato e continua a essere uno dei temi dell’estate, soprattutto a fronte del costo degli ombrelloni e dei rincari in bar e ristoranti delle località turistiche.
Un lido può arbitrariamente decidere di vietare ai turisti di portarsi da fuori il cibo, così come le bevande o della semplice acqua? La rivista ‘Italia a tavola‘ ha cercato di fare chiarezza sui “divieti anti-parmigiana”, ma a ben vedere si tratta di una libertà che gli stabilimenti privati non si possono concedere. Non è possibile, secondo un parere legale raccolto dalla rivista, emanare in maniera del tutto arbitraria una disposizione che vieti ai turisti di portarsi cibo preparato a casa o acquistato all’esterno.
“Non c’è nessun valido divieto per il quale non è permesso ai clienti di portarsi il cibo dall’esterno” spiega il legale, “anche perché il servizio offerto da un lido è quello appunto di stabilimento balneare. Il ristorante o il bar presenti nello stabilimento non sono altro che un servizio accessorio, nessuno quindi può vietare di poter accedere con cibo acquistato altrove, non c’è nessuna motivazione nemmeno di natura igienico sanitaria”.
La questione economica diventa ancora più complessa quando riguarda persone che devono consumare cibi particolari per ragioni di salute o per regimi alimentari specifici. “Una norma che vieta questa cosa non c’è: si tratta solo una scelta di tipo commerciale che il lido attua per cercare di incrementare i guadagni. Evitare che la gente si porti cibo dall’esterno costringe il turista a usufruire del bar o del ristorante. L’avviso che il gestore del lido affigge all’entrata, insomma, non trova alcun riscontro normativo” conclude l’avvocato.