AGI – È atteso per venerdì il deposito in Commissione alla Camera dell’emendamento del governo alla legge di bilancio per introdurre l’Ires premiale rivolta alle imprese che investono e incrementano occupazione. Per finanziarlo potrebbe essere richiesto un contributo ulteriore a banche e assicurazioni, per cui il testo della manovra al momento prevede già un anticipo sulle Dta da 3,5 miliardi di euro.
La cifra, che si ipotizzava attorno ai 400 milioni di euro, secondo quanto si apprende, potrebbe crescere ulteriormente, proprio per la necessità di cercare coperture adeguate, anche se non su larga misura. Si starebbe ancora studiando pero’ ancora il meccanismo, che riguarderebbe le banche ma non le assicurazioni. “È importante che parliamo con il governo e vediamo che cosa si può fare senza compromettere la forza del sistema bancario italiano”, commenta il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro.
Domani, intanto, dovrebbero arrivare i testi dei relatori con altri correttivi frutto del vertice dei leader del centrodestra di lunedì scorso. Sarebbero arrivati i pareri su alcune proposte. Al momento il calendario dei lavori prevede l’approdo del provvedimento in Aula il 16 dicembre ma in realtà già si ipotizza uno slittamento al 18 con voto il giorno successivo. Il tentativo è completare il rush finale prima di Natale in Senato.
Cos’altro potrebbe cambiare
Tra i ritocchi concordati dalla maggioranza: la tassazione al 5% per gli straordinari degli infermieri e degli specializzandi; il blocco del turn over per le forze dell’ordine e gli enti locali. Su Comuni e Province “con un nostro emendamento, che porteremo avanti con forza nella manovra di bilancio, il turn over sarà al 100%”, rivendica il deputato della Lega Gianangelo Bof.
Nei correttivi c’è anche il rinvio del taglio del secondo scaglione Irpef, si procederà sul ceto medio dopo aver consolidato conti pubblici, visto che la raccolta della seconda tranche del concordato preventivo (termina il 12 dicembre) non sarebbe in grado di arrivare ai 2,5 miliardi necessari per ritoccare l’aliquota dal 35 al 33%. La Flat tax invece verrà ampliata a 35 mila euro redditi dipendenti. Niente rinvio per l’entrata in vigore della sugar tax, si interverrà in un secondo momento nei prossimi mesi. Si cerca ancora una sintesi anche sui revisori del Mef nelle società e gli enti che percepiscono fondi pubblici, la norma potrebbe essere ridimensionata o eliminata.
“Potrebbe entrare una detrazione sull’acquisto degli elettrodomestici”, annuncia il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. L’emendamento analogo alla manovra presentato dal Carroccio è stato accantonato, Molinari specifica: “Si sta pensando a come farlo ricadere nella concretezza. Una ipotesi potrebbe essere che diventi una detrazione come il 110%”.
Domani la Lega farà una ulteriore conferenza stampa sulle risorse destinate al personale delle forze dell’ordine. Il tentativo all’interno della maggioranza, osserva una fonte parlamentare, è di evitare che ci siano partiti che si intestino autonomamente singole misure condivise da tutti.
Nel frattempo spunta la bozza di un possibile emendamento del governo per incrementare di 5.000 posti la platea degli insegnanti di sostegno scolastico, a decorrere dall’anno scolastico 2025-2026, per garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità. Negli ultimi anni, spiega la relazione tecnica, “il numero di studenti con disabilità certificata è aumentato costantemente”: dal 2013 al 2024 gli studenti sono passati da 212.944 a 316.368. Le opposizioni protestano in Commissione per la mancata condivisione preventiva del testo. Il sottosegretario all’Economia Federico Freni precisa: “Vorrei porre le scuse del governo rispetto ad agenzie, non autorizzate dal governo, e a temi non autorizzati che stanno uscendo in queste ore”.
Si va verso un ritocco anche della tassa sui profitti delle criptovalute, alzata dal 26 al 42%, con un possibile innalzamento attorno al 30%. Atteso un ripensamento anche sull’estensione della web tax, che dovrebbe riguardare solo le grandi aziende e non le Pmi, escludendo dunque anche l’editoria on line. “Anche se la maggioranza in Commissione Bilancio ha bocciato i nostri due emendamenti sulla patrimoniale, noi non molleremo mai. In un Paese in cui continuano a crescere i super ricchi da un lato e la povertà assoluta e il lavoro povero dall’altro”, commenta il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi.