LECCE – Le mamme di Melendugno scendono in piazza contro il gasdotto Tap. Nel ventitreesimo giorno di protesta striscioni e palloncini diventano protagonisti, nella tregua concessa al movimento anti-gasdotto dalla sentenza del Tar che ha sospeso i lavori di espianto degli ulivi almeno fino al 19 aprile, su richiesta della Regione Puglia.
A una settimana dalla manifestazione davanti al sito di stoccaggio – in cui famiglie e bimbi bloccarono i camion che trasportavano gli alberi espiantati – i cittadini di Melendugno respingono al mittente le accuse di chi li ha criticati per aver portato i bambini davanti ai blindati delle forze dell’ordine: “Non strumentalizziamo i nostri figli – hanno spiegato Federica, Lucia e Emanuela, tra le organizzatrici del corteo – siamo qui per tutelare i loro diritti e la loro salute perché devono vivere in luoghi sani, non inquinati come è già il Salento. Non vogliamo altre opere come questa nel nostro territorio”.
“Questo luogo deve vivere di turismo – rincarano la dosa Paola e Mariangela – i nostri bambini continuano a chiedere se potranno ancora andare al mare tranquillamente e se potremo continuare a vivere vicino alla centrale, le rassicurazioni di Tap sull’inesistenza di impatto ambientale non ci convincono”. Niene affatto convinto, del resto, è il sindaco di Melendugno, Marco Poti, e con lui i 93 colleghi che hanno sottoscritto un appello al presidente della Repubblica, affinché i lavori di realizzazione del gasdotto vengano bloccati in attesa che si faccia chiarezza sull’iter autorizzativo.
Le autorità giudiziarie e istituzionali interpellate finora hanno già ribadito la validità delle autorizzazioni in corso e anche il Tar Lazio – nel decreto cautelare con cui sospende gli espianti – ha ricordato che il quadro autorizzativo è definito. Comune di Melendugno e Comitato No a Tap, però, sperano di trovare altre carte da giocare, a partire dall’opposizione documentale al progetto del microtunnel, per il quale Tap deve acquisire ulteriori autorizzazioni.
Intanto la società si prepara a mettere in sicurezza gli ulivi rimasti nel cantiere: 31 sono stati espiantati nei giorni scorsi e saranno sistemati nei vasi, 11 sono già al sicuro in un deposito mentre 12 sono zollati nel cantiere. Durante la riunione di venerdì 7 aprile nella prefettura di Lecce è stato concordato che gli attivisti rimuoveranno i blocchi stradali effettuati in settimana, al fine di bloccare i mezzi Tap.
Da valutare anche le modalità con cui si cercherà di ripristinare i muretti a secco (a partire da quello millenario della Masseria San Basilio), devastati dalla foga di
uno sparuto gruppo di estremisti della protesta, isolati dal Comitato No Tap, dall’amministrazione comunale e dai cittadini di Melendugno. Anche durante la manifestazione delle mamme è stato ribadito pubblicamente il no alla violenza e la volontà di continuare a portare avanti una protesta pacifica.