BATTEZZATO il figlio di Nichi Vendola. Il rito è stato celebrato sabato scorso in una parrocchia nel Sud Pontino, in provincia di Latina, alla presenza di pochi amici intimi e dei familiari più stretti dell’ex governatore della Puglia e del suo compagno Eddy Testa, padre biologico del neo battezzato, il piccolo Tobia avuto in Canada con la tecnica della maternità surrogata grazie a una donatrice. Il battesimo è stato celebrato nel pieno rispetto dei Canoni della Chiesa cattolica nella parrocchia di San Michele Arcangelo di Suio Terme, una frazione di Castelforte cittadina del versante meridionale della provincia di Latina, di cui Eddy Testa è originario, pur vivendo per motivi di lavoro in Canada, dove ha studiato presso la Concordia University di Montreal e alla Ottawa University, prima di specializzarsi ad Urbino in design e comunicazione.
La cerimonia. Il battesimo è stato celebrato dal parroco di San Michele Arcangelo, don Natalino Di Rienzo, che però non ha voluto rilasciare dichiarazioni pur confermando – stando a quanto riferito dalla stampa locale – di “aver impartito il sacramento”, ma “di più non posso dire per il rispetto della privacy”. Unica ammissione: “Mi è stato chiesto di battezzare il piccolo Tobia ed io l’ho fatto. Ma non posso dire di più perché non voglio pubblicizzare un evento del tutto privato”.
È comunque la prima volta che in provincia di Latina è stato battezzato il figlio riconosciuto da una coppia gay. Stando alle voci filtrate nel paese d’origine di Eddy Testa, i padrini sono un uomo ed una donna regolarmente sposati col rito cattolico e “persone di profonda” fede. Nichi Vendola e il suo compagno hanno però seguito un corso di preparazione in vista del battesimo del piccolo Tobia, seguendo le regole previste dalle norme canoniche.
Il vescovo. A dare ufficialità all’evento ha provveduto il nuovo vescovo di Gaeta, Luigi Vari, che ieri al termine di una cerimonia di consacrazione sacerdotale, ha specificato che era stato “informato” già da tempo del desiderio della coppia Vendola-Testa di voler battezzare il loro bambino e di non aver trovato niente in contrario: “Sapevo tutto in anticipo. Mi era stato chiesto il permesso, non ho trovato nulla da ridire perché in linea con quello che dice papa Francesco, ovvero di non creare nuovi atei. Il Codice di Diritto Canonico, tra l’altro, – specifica il vescovo di Gaeta – come prevede l’accoglienza per i divorziati lo fa anche per situazioni del genere e la prima cosa è quella di tutelare i bambini”.
Dopo la cerimonia in parrocchia, il piccolo Tobia è stato festeggiato in una tenuta, presso Suio, con i parenti più stretti e amici intimi. Nessun commento da Vendola e Testa, che – stando a chi ha potuto verderli in chiesa – hanno partecipato alla celebrazione con grande emozione, essendo entrambi “profondamente” cattolici.