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‘Ngrangheta, cinque arresti per due delitti di oltre dieci anni fa

Mag 28, 2019

CATANZARO. Cinque persone arrestate per due delitti di ‘ndrangheta, uno in Calabria e l’altro in Lombardia ma strettamente collegati fra loro.Il movente è da cercare all’interno dei clan: Vincenzo Pirillo era stato accusato dai suoi di anteporre gli interessi personali a quelli dei familiari dei boss in carcere; Cataldo Aloisio invece sarebbe stato vittima di una vendetta.

Le Direzioni distrettuali antimafia di Milano e Catanzaro hanno fatto luce su due omicidi di ‘ndrangheta in Calabria e Lombardia. In particolare, le indagini – che hanno fatto seguito all’operazione Stige condotta nel gennaio 2018 che ha disarticolato la “locale” di ‘ndrangheta di Cirò – hanno permesso di risalire a mandanti ed autori degli omicidi di Vincenzo Pirillo, ucciso il 5 agosto 2007 a Cirò Marina (Crotone) – in un agguato in mezzo alla gente che avrebbe potuto trasformarsi in una strage – e di Cataldo Aloisio, assassinato il 27 settembre 2008 a Legnano (Milano).

In particolare, dalle indagini dei carabinieri del Ros di Milano e Catanzaro, con la collaborazione della Dia di Milano e dei carabinieri di Crotone, hanno permesso di accertare che i delitti sono maturati in seno al sodalizio cirotano e sono stati decisi dai vertici della locale di Cirò Marina, indicati in Silvio Farao e Cataldo Maricola, per il mantenimento degli equilibri interni all’organizzazione.

L’inchiesta è stata coordinata, a Milano, dal procuratore Francesco Greco, dall’aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena, e a Catanzaro dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Luberto e dai pm Paolo Sirleo e Domenico Guarascio. I cinque arrestati sono accusati di omicidio aggravato dalle finalità mafiose.

L’omicidio di Vincenzo Pirillo, per un periodo reggente della cosca, sarebbe stato deciso da Cataldo Marincola e Giuseppe Spagnuolo che sarebbe anche stato l’esecutore materiale, per punirne l’impropria gestione delle casse del clan. A Pirillo sarebbe stato contestato dagli altri affiliati, di avere anteposto i propri interessi al mantenimento delle famiglie dei detenuti. L’omicidio di Cataldo Aloisio, nipote di Pirillo, era stato deciso, secondo l’accusa, da Silvio Farao e Cataldo Marincola ed eseguito da Vincenzo Rispoli e Vincenzo Farao per il timore di una sua vendetta, che avrebbe inevitabilmente destabilizzato gli equilibri dell’associazione mafiosa.

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