• 14 Marzo 2025 10:18

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Netflix: trimestrale con vista sulla pubblicità in streaming 

Lug 18, 2022

AGI – Utenti, fatturato, margini. Sì, ma questa volta nella trimestrale che Netflix pubblica il 19 luglio potrebbe esserci anche di più: indizi sul futuro della società e, in generale, sul mercato dello streaming. Dopo un avvio di 2022 disastroso, infatti, molto ruota attorno a una parola finora indigesta alle grandi piattaforme: pubblicità.

Nel primo trimestre 2022, Netflix ha registrato un calo di 200mila abbonati. È stato il primo passo indietro dopo dieci anni di progressi. Nessuna inversione in vista: Netflix ha già previsto che dovrebbe perdere altri 2 milioni di abbonati e affermato che “nel breve termine” il fatturato “non sta crescendo alla velocità sperata”. Nella lettera agli azionisti dello scorso aprile, la società aveva indicato alcuni “fattori” responsabili del rallentamento. Sono, a tre mesi di distanza, le sfide cui Netflix è chiamata a rispondere.

Condivisione

C’è un problema di condivisione: ci sono troppi utenti che usano lo stesso abbonamento. La quota degli account condivisi, afferma Netflix, è rimasta stabile nel tempo. Ma adesso è diventata un problema. I profili condivisi sono sempre stati tollerati – anche quando usati impropriamente – perché “hanno aiutato ad alimentare la crescita”. È stata, in un certo senso, una forma (costosa) di promozione. Oggi mi attacco all’account di mio cugino, vedo che mi piace, domani lo faccio da me. La tattica funziona solo se la crescita è continua. Ma in un mercato saturo, il giochino si rompe. Bloccare le condivisioni non sarebbe né fattibile né profittevole: Netflix sta cercando allora di monetizzarle. Come? Offrendo diversi tipi di abbonamenti, con costi più alti per gli account condivisi. Si tratta però di un percorso – ha ammesso la compagnia – che non produrrà effetti immediati.

Concorrenza: gli utenti

L’altro grande fattore è la competizione. Secondo un’analisi di JustWatch, negli Stati Uniti la quota di mercato di Netflix è scesa al 21%. È ormai a un’incollatura Amazon Prime Video (20%), che però beneficia del traino delle consegne gratuite. Più indietro HBO Max (15%), Disney+ (14%), Hulu (10%) ed Apple TV+ (6%). Sempre secondo JustWatch, la quota di Netflix in Italia è del 28%, simile a quella di Prime Video e quasi doppia rispetto a Disney+.

Secondo un’analisi di Antenna, gli abbonamenti dei servizi on demand statunitensi sono cresciuti del 24,7% in un anno. E se gli abbonamenti complessivi lievitano mentre quelli di Netflix calano, vuol dire che il pubblico si sta ridistribuendo. È fisiologico quindi che il leader di mercato perda utenti a vantaggio degli altri. Disney+ cresce a un ritmo rapido: secondo gli ultimi dati ufficiali (di aprile), ha 137 milioni di abbonati, il 33% in più anno su anno. Non ci sono invece informazioni precise su Apple Tv+, che dovrebbe però avere tra i 20 e i 40 milioni di abbonati.

Attenzione, però: ci sono anche altre spigolature: secondo un’analisi di Kantar sul mercato britannico, nei primi sei mesi del 2022 le piattaforme avrebbero registrato più di 3 milioni di cancellazioni. Tra inflazione e incertezze, quando si tratta di risparmiare si taglia lo streaming. Oppure si disdice un abbonamento per sottoscriverne un altro, magari sfruttando le offerte per i nuovi arrivati. Il pubblico sta quindi diventando sempre meno fedele.

Concorrenza allargata: il tempo

Le quote di mercato in termini di utenti sono importanti, ma non sono tutto. La stessa Netflix utilizza un’altra metrica: il tempo speso davanti al televisore, rilevato da Nielsen. Negli Stati Uniti, ogni cento ore passate guardando la tv, 6,4 sono dedicate a Netflix e 5,7 a Youtube. Prime Video si ferma a 2,3 e Disney+ a 1,7. In generale, a febbraio 2022, le piattaforme di streaming si sono conquistate il 28,6% del tempo, in crescita rispetto al 26% del maggio 2021.

Osservando il mercato da questa prospettiva, la leadership di Netflix sembra ancora solida. Se però a dove essere conquistato non è (solo) l’utente ma il suo tempo, il perimetro si allarga. E così, ad esempio, Youtube diventa un concorrente molto più pericoloso rispetto ad Apple Tv+.

Che cosa serve a Netflix (e allo streaming)

In sintesi: c’è bisogno di monetizzare gli account condivisi, offrendo abbonamento diversificati; è necessario incassare anche da fasce economiche più basse; è fondamentale saper navigare in un mercato aperto, in cui chiunque occupi la tv è un concorrente; è vitale attingere anche da un altro bacino finanziario, perché il settore si sta saturando ed è iper-competitivo.

La pubblicità non sarà la soluzione a tutto questo, ma è un tassello che Netflix reputa fondamentale per rispondere a queste esigenze. La società ha stretto una partnership con Microsoft e dovrebbe lanciare nuovi abbonamenti a basso costo per chi sia disposto a interrompere film e serie tv con degli spot.

Abbassare il prezzo potrebbe attirare nuovi utenti e scoraggiare le condivisioni (con ritocchi al rialzo per account premium). Gli abbonamenti con la pubblicità potrebbero anche essere un ariete nei mercati in via di sviluppo (come l’Asia e l’America Latina), meno saturi e con più elevato potenziale di crescita.

Il ceo Reed Hastings ha sempre detto di essere contrario alla pubblicità. Ma i tempi sono cambiati: “Ha senso consentire ai consumatori che vorrebbero un prezzo più basso e sono tolleranti alla pubblicità di ottenere ciò che vogliono”, ha affermato. Ha senso anche per Netflix. Servirà tempo. Nella conferenza post-trimestrale di aprile, Hastings ha stimato che saranno necessari “un paio d’anni” prima che gli abbonamenti con la pubblicità inizino a essere significativi per il bilancio.

Di sicuro la pubblicità è un punto di non ritorno. Una volta abituati a prezzi ridotti grazie agli spot, gli utenti non accetterebbero un ritorno all’antico. Ecco perché in questa trimestrale le parole potrebbero essere più importanti dei numeri: potrebbero anticipare un cambiamento strutturale per Netflix. E, sulla sua scia, per l’intero mercato dello streaming.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close