governo giallorosso
Con un deficit che si ferma al 2,2% come da attese, un obiettivo di crescita che non va oltre lo 0,6% e un debito che scende dal 135,7% al 135,2% la Nota di aggiornamento al Def approvata lunedì sera dal consiglio dei ministri disegna i contorni di quella che per il governo sarà una manovra di transizione
di Marco Rogari e Gianni Trovati
30 settembre 2019
2′ di lettura
Con un deficit che si ferma al 2,2% come da attese, un obiettivo di crescita che non va oltre lo 0,6% e un debito che scende dal 135,7% al 135,2% la Nota di aggiornamento al Def approvata lunedì sera dal consiglio dei ministri disegna i contorni di quella che per il governo sarà una manovra di transizione.
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Perché i numeri si fanno più ambiziosi sul 2021 e sul 2022, quando secondo i programmi del Conte-2 la crescita dovrà arrivare a all’1% all’anno e il debito scendere a quota 133,4% il primo anno e 131,4% il secondo. Aiutato anche dalle scadenze dei buoni postali fruttiferi che hanno alzato il conto con l’ultimo aggiornamento dettato dall’Eurostat ma contribuiscono a velocizzarne la discesa nei prossimi anni.
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La correzione strutturale
Dopo una vigilia di tensioni il governo Conte-2 chiude una Nota di aggiornamento al Def che garantisce una correzione strutturale da 0,1% del Pil, aprendo lo spazio a una manovra che si dovrà attestare intorno a quota 30 miliardi. «Negli ultimi 15 mesi l’Italia ha attraversato una fase complessa», scrive il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella premessa, ma la resilienza mostrata dall’economia italiana offre «una buona base di partenza».
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