AGI – Rispetto al calcio, dove Stéphanie Frappart, la prima donna arbitra dei mondiali (in Qatar) ha avuto un impatto talmente rivoluzionario da essere stata celebrata come e più di una Samantha Cristoforetti del pallone, il tennis in quanto a parità di genere arbitrale è parecchio avanti. Con parecchie giudici che oltre la sedia si sono prese anche la scena, a cominciare da Aurelie Tourte, che non ci ha pensato due volte a sbattere fuori dal campo e dagli Open Usa 2020 Novak Djokovic, quando il campione serbo in preda all’ira tirò una pallata che centrò la trachea di una giudice di linea, togliendole il respiro.
La pioniera però è stata Sandra de Jenker, nel 2005 prima donna ad arbitrare una finale di Coppa Davis, oltre che la prima a farlo in uno Slam, sia in Australia sia al Roland Garros, nel 2007, mentre l’Atp di Sofia nell’ottobre scorso, si è concesso un anticipo autunnale dell’ 8 marzo sfoggiando uno staff arbitrale composto da sole donne. Tutto bene in una disciplina dove i montepremi femminili e maschili degli Slam sono stati finalmente equiparati?
Non esattamente perché i numeri parlano chiaro, fotografando un gender gap ancora da colmare: nel mondo i giudici di sedia “gold badge” cioè il più alto livello di arbitro attribuito dalla Federazione internazionale di tennis (salgono sui seggioloni degli Slam, dell’Atp e del Wta world tour) sono in tutto trentaquattro, così ripartiti: tredici donne e ventuno uomini. La vera parità, insomma, è ancora un po’ lontana. Tra le arbitre stratosferiche c’è anche un’italiana, Cecilia Alberti, di Parma, salita anche sul seggiolone di Wimbledon. Ma la strada è evidentemente ancora in salita.
La bionda arbitra Marjana Veljovic che somma talento e bellezza, l’ha detto chiaramente: “Credo sia assolutamente sbagliato partire dal presupposto “Sarà all’altezza della situazione?” solo perché donna. Solitamente non ci sono abbastanza giudici di sedia donne, perciò penso che sia una buona idea cercare di introdurre sempre più persone di sesso femminile a questa carriera” E se per l’arbitraggio di una partita dei mondiali di calcio maschili abbiamo dovuto aspettare fino al 2022, il soffitto di cristallo della finale maschile nel tempio sacro di Wimbledon è stato infranto, in fondo, solo l’anno prima: quando a sovrintendere il match Djokovic – Berrettini c’era la croata Marija Cicak.