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Nel pazzo derby di San Siro l’Inter ribalta il Milan e aggancia la Juve

Feb 10, 2020

E la Lazio, che passa a Parma con una rete di Caicedo, è terza con un solo punto di distacco. Tutto insomma può ancora succedere.

Ma ora bisogna per forza parlare della Juventus, materia incandescente da maneggiare con cura. Nella “Fatal Verona” la squadra di Sarri ha senza dubbio mostrato il peggio. Una cosa brutta: senza anima, senza grinta, senza quella cattiveria agonistica cui la Juventus (soprattutto quella di Allegri) ci ha sempre abituato.

Non basta avere uno straordinario Ronaldo che ti manda in vantaggio portando a dieci le sue partite di fila in gol. Dopo l’exploit di CR7 ci voleva una squadra decisa, capace di chiudere il match sfruttando il contropiede. Invece la Juve, intimidita dalle unghiate dei veronesi, si fa rimontare come una qualunque, non quella squadra che punta a vincere scudetto e Champions, cioè l’unico vero obiettivo per cui Sarri è arrivato a Torino.

È una brutta battuta d’arresto, questa di Verona, perchè mette in crisi tutto il progetto di Sarri. Ronaldo è una grande risorsa, non una stampella. Non può vincere sempre da solo. Dove è il famoso “sarrismo” che avrebbe dovuto mostrare miracoli a gennaio? Siamo a febbraio, è quello bianconero è un carnevale senza coriandoli. Ora qualcuno tirerà in ballo Allegri. È inevitabile. Messo alla gogna per la sua scarsa spettacolarità, il cinico Max giustamente ride. O sorride. Ben sapendo che il calcio è quasi sempre un rebus dove neppure un trio di platino come Ronaldo, Higuan e Dybala dà alcun certezza. A Verona si è vista troppa presunzione (i tocchettini leziosi di Bentancur e di Pjanic sono l’immagine stessa dell’arroganza senza forza), poca convinzione. Se gli input di Sarri non arrivano ai device bianconeri, un motivo ci sarà. Non sono tutti scemi.

Forse le sue idee sono troppo complesse per un blocco di giocatori abituato a un altro calcio. Manca sintonia, e non basta dire, come fa Sarri, che «lasciamo punti per troppa leggerezza». Grazie, mister, lo avevamo capito da soli. Chi non ha testa, ha gambe dice un vecchio proverbio. Ecco, in questa Juve, Ronaldo a parte, mancano tutte e due. Sarà bene ritrovarle entrambe. Soprattuto per la Champions.

Anche il Napoli non ride. La squadra di Gattuso al San Paolo perde 3-2 col Lecce, un Lecce trainato da un pirotecnico Lapadula (autore di una bella doppietta). I partenopei perdono male. Con troppi svarioni della difesa, uno scarso (eufemismo) apporto dei nuovi acquisti del mercato invernale e tanti errori dei suoi bomber polacchi. Altro che risalita dagli inferi, qui si va giù di nuovo nel girone dei dannati. Vero che l’arbitro Giua ne inventa una delle sue, non dando un palese rigore a Milik (per giunta ammonito) e ignorando che all’epoca del Var forse è meglio farsi aiutare dalla tecnologia quando da soli non ci si arriva. Ma perchè poi tanta presunzione? C’è questo strumento, usiamolo. Far la voce grossa, come Giua, quando poi si prendono queste cantonate, non fa bene agli arbitri. E crea confusione in un campo già minato dalle troppe polemiche.

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