AGI – La Regione Lazio ha un nuovo piano paesistico che assicura un unico strumento di gestione del territorio e che interviene solo su aree vincolate, come beni del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico tutelati per legge.
È il nuovo Piano territoriale paesistico regionale, Ptpr, approvato dal Consiglio regionale del Lazio il 21 aprile 2021 e che interviene sulla materia dopo 23 anni dalla precedente normativa.
Dopo l’intervento della Corte Costituzionale sul Ptpr approvato nel 2019 il nuovo testo è frutto di un accordo con il ministero della Cultura e sostituisce completamente i piani territoriali paesistici precedenti, lasciando in vigore un unico strumento.
Il nuovo piano disciplina l’uso dell’intero territorio del Lazio, salvaguardando i vincoli del paesaggio e fornendo certezze agli enti locali, agli operatori del settore e ai cittadini e ha efficacia solo nelle zone vincolate, riconosciute come beni paesaggistici, del patrimonio naturale e culturale secondo gli articoli 134 del D.lvo 42/2002.
Nelle aree non vincolate, quindi, il Ptpr non ha efficacia ma ha solo valore di indirizzo e di orientamento per l’attività di pianificazione e programmazione della Regione e degli enti locali. Inoltre, il Piano paesistico è stato rappresentato sulla base cartografica del 2014.
“Con l’approvazione del nuovo Ptpr abbiamo raggiunto un grande traguardo. Sono stati superati i precedenti contrasti istituzionali attraverso la sottoscrizione di un accordo con il ministero della Cultura – ha commentato all’AGI Massimiliano Valeriani, assessore Politiche Abitative, Urbanistica, Ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, Smaltimento e Recupero della Regione Lazio – che ha permesso di contemperare le richieste ministeriali con le proposte dell’Amministrazione regionale: un positivo risultato che consentirà al Lazio di avere finalmente un efficace strumento di salvaguardia e pianificazione.
Il Piano Territoriale, pertanto, è frutto della concertazione con il ministero e della collaborazione con gli enti locali e gli operatori del settore, mentre i suoi principi fondanti sono la semplificazione e la certezza delle norme per assicurare una maggiore trasparenza e una corretta gestione del territorio”.
Cosa prevede il nuovo piano paesistico
Il testo approvato dal Consiglio regionale prevede che non vengano ricompresi tra i beni paesaggistici diffusi (come fasce costiere, lacuali, corsi d’acqua, tutelati per legge ai sensi dell’articolo 142 del Codice) le zone ‘territoriali omogenee’ come il centro storico e la cosiddetta ‘città consolidata’ e quelle ricomprese nei piani pluriennali di attuazione; che per l’approvazione degli strumenti urbanistici e varianti sia necessario il parere paesaggistico solo se ricadenti in aree vincolate.
Inoltre, non serve l’autorizzazione paesaggistica per interventi di demolizione e ripristino a seguito di ‘repressione degli abusi edilizi’; è prevista la deroga per le opere pubbliche anche se non inserite negli strumenti urbanistici; è recepito il nuovo articolo sulle disposizioni speciali per i territori colpiti da eventi calamitosi; prevista la riformulazione per la procedura riguardante l’errata perimetrazione dei vincoli.
“Per la seconda volta il Ptpr è uscito dalla Commissione da me presieduta, dopo una vacatio durata oltre 20 anni – ha spiegato all’AGI Marco Cacciatore, presidente della Commissione Urbanistica, Politiche abitative, Rifiuti della Regione Lazio -. Questa volta il Piano si è attenuto alle prescrizioni di una sentenza della Corte Costituzionale che aveva cassato la prima approvazione nel 2019”.
“Considerato che il Ptpr è un atto di salvaguardia, questo secondo Piano approvato risponde molto di più a tale natura, così come vuole la legge, e anche a disposizioni della sentenza della Corte, stimolata dall’allora Mibact – ha aggiunto il consigliere regionale Cacciatore -. La recente approvazione risponde meglio, rispetto alla precedente, alla natura che la legge individua per questo atto amministrativo”.
Il piano paesistico approvato dal Consiglio regionale riconosce la multifunzionalità nelle aree agricole e per le altre identità paesaggistiche viene garantita una chiarezza e semplificazione amministrativa.
Per le coste marine e dei laghi è stato introdotto l’indice di edificabilità territoriale e sono state consentite le strutture connesse agli stabilimenti balneari e le deroghe per le opere pubbliche.
“Il nuovo Ptpr rappresenta una svolta: garantisce regole certe, riconosce la cartografia del 2014 ed evita la discrezionalità avuta con la contemporanea vigenza di 33 Piani Territoriali Paesistici – ha sottolineato l’assessore Valeriani -. Ed è molto rilevante che la sua rappresentazione, come richiesto dalle Amministrazioni locali e dalle associazioni di categoria, è aggiornata sulla base cartografica del 2014.
Il Piano, infine, riconosce la multifunzionalità nelle aree agricole, mentre esclude la necessità dell’autorizzazione paesaggistica negli interventi volti al recupero e alla riqualificazione di aree compromesse o degradate, nelle opere di bonifica e ripristino ambientale, nei lavori di completamento e adeguamento dei servizi di urbanizzazione primaria e secondaria. Il Ptpr, dunque, fornisce regole certe e semplifica le procedure amministrative”.
Il presidente della Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, Marco Cacciatore, ha evidenziato che ora “si attende il controllo formale del ministero sull’atto, prima del quale non è possibile ratificarlo e successivamente pubblicarlo. Mi auguro che l’attesa non duri troppo, dato che i territori hanno bisogno di prescrizioni chiare in merito alla salvaguardia, che è una necessità sempre più urgente”.
Dura la reazione delle opposizioni in Consiglio regionale che hanno votato contro il nuovo piano. “Questo Piano è un atto contro le Amministrazioni comunali che vedranno sfumare gli investimenti privati e le opportunità di sviluppo del territorio, perché con queste regole non potranno fare altro che minute manutenzioni con le loro scarse risorse – dicono i consiglieri di Fratelli d’Italia -. Il Ptpr di cui Zingaretti oggi si vanta è l’ennesimo duro colpo che l’Amministrazione regionale di sinistra sferra al tessuto imprenditoriale del Lazio, piccole e medie aziende di costruzioni, artigiane, agricole, imprese turistiche, sportive, balneari che chiedevano invece un segnale di fiducia per tornare a lavorare.
Colpito anche l’ambiente: infatti, con le restrizioni illogiche agli interventi di riqualificazione edile si cancella il bonus 110% per l’efficienza energetica e si rinuncia a ridurre le emissioni di CO2”.
“Il piano territoriale paesistico regionale ha bloccato prevalentemente il mondo edile e agricolo, che sono parti integranti del prodotto interno lordo del Lazio. Ecco il risultato prodotto dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, sostenuto dal M5s”, ha commentato il capogruppo regionale della Lega, Angelo Tripodi, ricordando “la bocciatura del piano anche dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, nel Conte II”.