Se avesse voluto farci capire in un modo più efficace come lui sta vivendo questi giorni di quaresima quarantenata, Sergio Mattarella difficilmente avrebbe trovato nulla di meglio di quello che è successo per sbaglio, quando il Quirinale – per un errore tecnico mai capitato nella storia della Repubblica – ha messo in rete il suo messaggio al Paese senza ripulirlo dai “fuori onda”, dalle prove e dagli inciampi.
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Vedere il Presidente fermarsi a metà discorso (“Oh Signore, non riesco a leggere”), sentirlo mentre quasi si scusa con l’operatore (“Mi dispiace, mai successo”), richiamare bonariamente il suo amico e portavoce (“Giovanni per piacere però scegli una posizione, perché se ti muovi io ti seguo e mi distraggo”) ci ha ricordato che a molti di noi in questi giorni capita di peggio, quando dobbiamo registrare solo un videomessaggio su Whatsapp.
Ma è stato nel momento in cui Mattarella ha risposto all’invito ad aggiustarsi i capelli candidi, sospirando “Eh Giovanni, non vado dal barbiere neanch’io…”, che lo abbiamo sentito davvero uno di noi. Un Presidente che avverte sulle sue spalle tutto il peso di guidare un Paese attraverso la tempesta, ma che non può – come tutti noi – neanche uscire di casa per andare a farsi tagliare i capelli.