• 29 Novembre 2024 13:38

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Nel carcere di San Vittore c’è una situazione di “mero disagio, nessun trattamento inumano”

Ago 20, 2024

AGI – Il carcere di San Vittore “è una struttura vetusta, con spazi comuni non sempre adeguati, ma si tratta di una situazione di mero ‘disagio’, collegata a un contesto murario poco confortevole che non costituisce però un trattamento inumano o degradante”. Lo scrive la giudice del Tribunale della Sorveglianza di Milano, Gloria Gambitta, nel provvedimento letto dall’AGI in cui rigetta il reclamo di un detenuto che chiedeva un risarcimento dei danni lamentando “la privazione dello ‘spazio standard previsto dalla normativa nazionale ed europea nel periodo compreso tra il 20 ottobre 2022 e il 20 aprile 2023 espiato a San Vittore”.

 

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Camera Penale, nella casa circondariale è presente più del doppio dei detenuti rispetto alla capienza (1007 per 450). Nell’ordinanza la giudice scrive che M.G.B., il 63enne italiano che ha presentato il reclamo, “ha sempre potuto fruire di uno spazio libero individuale superiore alla soglia dei 3 mq, avendo occupato, da solo o con al massimo un altro detenuto, camere di 9 mq, al netto dell’annesso locale bagno e al lordo dei due letti singoli, aventi ciascuno superficie di mq 1,81”.

 

Richiamandosi alla relazione fornita dal carcere, aggiunge che “ogni camera è dotata di annessi servizi igienici, separati in modo da garantire la privacy; sia la stanza che il bagno sono dotati di finestre con ante apribili dagli occupanti e affaccio all’aria aperta, e sono adeguatamente illuminati e riscaldati; tutte le camere sono dotate degli apparecchi televisivi. In ogni piano vi è il locale docce con acqua calda e fredda e l’assistenza sanitaria è garantita h24”.

 

Viene bocciata anche una seconda richiesta di M.G.B. relativa a un punto molto dibattuto, quello del regime delle celle ‘chiuse’, introdotto nel 2022, al posto di quelle ‘aperte’ che consentivano di trascorrere fuori dalla gabbia più delle otte ore già previste per le ore d’aria e per svolgere attività. M.G.B, assistito dalle avvocate Valentina Alberta e Francesca Salvatici, ha chiesto “l’immediato ripristino del precedente regime degli spazi comuni per lesione del diritto di trascorrere almeno otto ore al giorno fuori dalla cella”.

 

Ma la giudice ribatte che “non esiste uno specifico diritto soggettivo di trascorrere un tempo ragionevole fuori dalla camera di pernottamento senza indicare ove la limitazione non si traduca nella limitazione dei diritti fondamentali di derivazione costituzionale, quali il diritto alla salute, allo studio o altro”. Da un report del Ministero della Giustizia sui suicidi nel 2024, è emerso che tra inizio anno e il 5 luglio, 44 persone si sono tolte la vita nel regime a custodia chiusa, pari all’88%, 6 in quelle a custodia aperta, pari al 12%. Le legali di M.GB. ricorreranno contro la decisione della Sorveglianza su entrambi i temi, del sovraffollamento e del regime a custodia chiusa. 

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