• 27 Ottobre 2024 17:25

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Nel affaire Equalize anche un avvocato che faceva pedinare la figlia

Ott 27, 2024

AGI – Tra le numerose storie di presunto spionaggio contenute negli atti dell’inchiesta milanese, molte, annotano gli investigatori, riguardano “liberi professionisti, soprattutto avvocati” che si rivolgono alla società ‘Equalize’ “per lo svolgimento di investigazioni difensive e, in alcuni casi, per attività strettamente personali”. È il caso di Paolo De Bernardinis, giuslavorista romano preoccupato per il “rapporto instaurato dalla figlia con un uomo albanese residente a Scutari” che la donna, anche lei avvocato, si appresta ad andare a trovare.

Il legale affida all’ex poliziotto Carmine Gallo e ai suoi collaboratori “il compito di seguire la propria figlia in Albania, tenerla sotto controllo affinché non le succeda nulla e raccogliere informazioni sul soggetto albanese”. Per eseguire al meglio l’incarico e tranquillizzare il padre in ansia “il gruppo di via Pattari si avvale di un’altra persona, A.J., che organizzerà un’apposita squadra in Albania”.

Tutta la vicenda è oggetto di diverse conversazioni. “Non è dato sapere se anche nell’operazione vi siano profili di illiceità penale, giacché bisognerebbe verificare quanto accaduto realmente in territorio albanese dove, stando a quanto riferito da A.J.nelle conversazioni, sarebbero stati coinvolti appartenenti alle forze di polizia di quel Paese (non si sa se a titolo gratuito od oneroso) e l’uomo monitorato sarebbe stato ‘in qualche modo’ arrestato”.

A.J riferisce che l’arresto sarebbe avvenuto “perché gli abbiamo trovato una carta d’identità che non aveva… che era falsificata, quindi abbiamo trovato la scusa insomma per mandarlo dentro perché l’hanno ripreso tre volte. Gli hanno detto di mollare, di smettere, poi la figlia dell’avvocato mi ha scritto dicendomi ‘guarda che questo mi ha scritto da un altro numero allora ho chiamato giù ho detto o lo mettete dentro o trovate il sistema che questo non rompe più le palle'”. Dopo questo episodio, ricostruiscono gli inquirenti, l’avvocato “si rende responsabile di gravi violazioni di natura penale (accesso abusivo a sistemi informatici) al fine di ottenere illecitamente e indebitamente documenti sanitari che riguardano la controparte in una causa”. 

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