Palermo, 19 gennaio 2019 – Sono molto più drammatici i contorni del naufragio avvenuto ieri a nord di Tripoli, al largo della Libia. Secondo i superstiti – due sudanesi e un gambiano – tratti in salvo dalla Marina italiana, le vittime sono infatti 117. I tre, ascoltati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), hanno riferito di essere partiti giovedì in 120 su un gommone che si è sgonfiato dopo circa undici ore di navigazione, le persone sono quindi via via cadute in mare annegando. Tra loro anche dieci donne, una delle quali incinta, e due bimbi, uno di appena due mesi.
I migranti provenivano soprattutto da Nigeria, Camerun, Gambia, Costa d’Avorio e Sudan. “I superstiti sono rimasti a galla intorno alle 3 ore, così hanno indicato anche se la percezione del tempo in quelle situazioni è sempre molto vaga”, ha detto il presidente dellOim, Flavio Di Giacomo. I tre, traumatizzati e sotto choc, sono comuque in buone condizioni di salute. Sono stati trasportati a Lampedusa, dove proprio ieri erano sbarcate altre 67 persone soccorse dalla Guardia Costiera.
“Una riflessione: tornano in mare davanti alla Libia le navi delle Ong, gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici, le persone tornano a morire. Ma il ‘cattivo’ sono io. Mah…” ha detto il ministro dell’Interno Salvini.
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