I primi due corpi li hanno recuperati stamattina all’alba talmente martoriati che per uno dei due è difficile persino stabilire il sesso, il secondo invece è di una giovane donna. Altri cinque corpi sono stati rinvenuti in seguito. Ma le ricerche dei mezzi aerei e navali di guardia costiera, guardia di finanza e Marina militare a Lampedusa continuano senza sosta perché sono almeno una quindicina in totale i migranti che – secondo le testimonianze dei 149 sopravvissuti – risultano dispersi dopo il naufragio del barcone di dieci metri capovoltosi ieri pomeriggio a solo un miglio dall’isola dei Conigli.
Tra i sopravvissuti anche un bimbo di poco più di un anno per fortuna in buone condizioni. Gli agenti della squadra mobile di Agrigento hanno ascoltato per tutta la notte i superstiti, migranti di diverse nazionalità ma soprattutto eritrei, tunisini, pakistani, algerini e anche alcuni cittadini libici in fuga dai bombardamenti. Sembra che il barcone, in modo del tutto simile a quanto avvenuto in occasione dell’ultimo naufragio del 7 ottobre, sia partito due giorni fa da una spiaggia al confine tra Libia e Tunisia. L’imbarcazione, in un weekend in cui i trafficanti hanno fatto partire più di 10 barche contemporaneamente con circa un migliaio di persone, non era stata intercettata da nessun mezzo né – a quanto dice la Guardia costiera – aveva lanciato alcuna richiesta di aiuto.
Il piccolo peschereccio era già in prossimità delle coste dell’isola quando ieri pomeriggio è stato visto, da terra, da un cittadino di Lampedusa che ha avvertito la Guardia costiera. Il mare era in tempesta con onde alte quasi due metri e, non appena le prime motovedette sono arrivate, l’imbarcazione – probabilmente per l’improvviso agitarsi dei migranti a bordo- si è capovolta sotto gli occhi dei soccorritori.Gli uomini della Guardia costiera e della Guardia di finanza sono riusciti a mettere in salvo 149 persone ma i superstiti hanno raccontato di diversi dispersi. Questa mattina il ritrovamento dei primi corpi.
In mare, in condizioni di estrema difficoltà, sono ancora le due navi umanitarie spagnole Open Arms, con 73 persone a bordo, e Aita Mari, con 78. Da ieri stanno cercando riparo dalla tempesta ridossati sotto le coste della Sicilia orientale ma finora la loro richiesta di porto sicuro all’Italia e a Malta è rimasta senza risposta. E’ atteso invece per le 14 l’arrivo a Messina della terza nave umanitaria in missione, la Ocean Viking di Sos Mediterranée e Msf che ieri ha avuto assegnato il porto dopo che – per la prima volta insieme – Italia, Malta, Francia e Germania ( dando seguito all’accordo di Malta) hanno chiesto alla commissione europea di procedere alla redistribuzione dei migranti a bordo, 213.