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Nasce a Stazzema il Registro antifascista: cittadini di un Comune virtuale per onorare la Costituzione

Dic 28, 2017

L’Italia è costituzionalmente antifascista. Non per questo tutti i suoi cittadini lo sono. Perciò, e per onorare i 70 anni della nostra Costituzione, a Stazzema, provincia di Lucca e nome noto nella storia più buia, è nato il Registro antifascista. Al quale tutti si possono iscrivere, per costituire e diventare cittadini d’un comune virtuale che non ha confini se non quelli, appunto, del proprio antifascismo.

“Stazzema è il luogo delle stragi, è anche il centro del Parco nazionale della Pace, per celebrare la nostra Costituzione abbiamo pensato di ribadire il nostro antifascismo”, il sindaco Maurizio Verona sa bene di che fardello parla: le vittime della strage nazifascista del 12 agosto 1944 di Sant’anna di Stazzema furono 560, in gran parte bambini, donne, anziani.

“Ero al processo a La Spezia, seduto tra i familiari delle vittime di quelle atrocità, e sentivo quella parola, ‘perdono’, senza riuscire a capire come si potesse perdonare chi con tale crudeltà aveva sterminato la tua famiglia. Ma alla fine ho compreso”; il sindaco spiega così perché la sua è un’iniziativa inclusiva, non esclusiva. L’iscrizione al “Comune Virtuale Antifascista” non è un’adesione a un movimento, a un partito, a una parte contro l’altra: “è il portare avanti l’insegnamento che ho avuto in quei giorni: il fascismo è esclusivo, l’antifascismo è il suo contrario. Non è l’adesione a un’ideologia o un’altra, è il riconoscimento dei valori di libertà e democrazia”.

In ventiquattro ore dalla pubblicazione, nel pomeriggio di ieri, del modulo per l’iscrizione a questa speciale anagrafe, le adesioni sono oltre mille. Alcune illustri: fra le prime la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, poi la sottosegretaria Silvia Velo, il deputato Paolo Fontanelli, il senatore Vannino Chiti, in diversi hanno non solo firmato ma anche telefonato al sindaco, per ringraziare.

L’iniziativa richiama quanto già fatto in altri Comuni, che chiedono alle associazioni di sottoscrivere una dichiarazione di riconoscimento dei valori costituzionali antifascisti, senza la quale non vengono concessi finanziamenti o spazi pubblici. Ma non è questo il caso. Questo è il manifestarsi di quello che il sindaco Verona chiama “un obiettivo nobile: ricordare e onorare le vittime e conoscere quel passato, per evitare di vederne tornare in auge simboli, ideologie e pratiche, di cui forse troppi hanno dimenticato la realtà storica”. Fatta di sangue e vittime, che ha rischiato prima di finire sepolta con l'”armadio della vergogna”, ritrovato nel 1994 in uno scantinato romano con 695 fascicoli sui crimini di guerra di tedeschi e repubblichini, e poi di essere furbescamente dimenticata da chi a quel passato vorrebbe guardare con nostalgia.

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