AGI – Due ore di attesa sono troppe, per 90 minuti di gioco, per 33 anni di aspettative deluse. A Napoli si è deciso di far festa oggi e non c’è risultato che tenga. Neppure la vittoria dell’Inter sulla Lazio ha scalfito la fede dei partenopei. Serve una vittoria a tutti i costi e vittoria dovrà essere, perché la gente è già in strada. Le trombette suonano già a ogni angolo di strada.
A cadenza regolare si avvertono, vicini e in lontananza, boati, che non sono petardi avanzati dal capodanno, ma preparati da tempo. La maxi isola pedonale in centro è scattata, così come i caroselli di motorini e auto. Qualcuno varca le transenne presidiate dalla polizia locale e strombazza il clacson, non per averla fatta franca, ma perché oggi conta solo il Napoli e quello scudetto sognato da 33 anni.
Una maglia di Osimhen alle bancarelle improvvisate vale 20 euro, ma le quotazioni sono in rialzo. Non c’è più un nastro azzurro da pagare a peso d’oro e gli ambulanti abusivi raccontano che “i cinesi se li tengono dentro”.
Ma più che le leggende sulla borsa nera degli addobbi, vale il colore sparso in tutta la città. Balconi, lampioni, tralicci, fioriere, panchine, ovunque ci sia un appiglio utile, il nastro c’è. Così come le stampe dei volti dei calciatori e la maschera ormai inconfondibile di Osimhen.