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Musica elettronica, il primo pezzo di Alan Turing

Set 27, 2016

Uno scienziato di computer e un compositore hanno restaurato la prima registrazione di musica generata da un computer, un macchinario gigantesco creato nel 1951 da Alan Turing. Un lavoro che fu precursore dei sintetizzatori, e che debuttò con un brano più che simbolico: l’inno nazionale britannico.

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Alan Turing è conosciuto soprattutto per avere decifrato il codice Enigma dei nazisti, cambiando il corso della Seconda Guerra Mondiale, e per la travagliata vicenda personale che lo portò alla condanna solo di recente revocata dal Governo di sua Maestà. In realtà pochi sanno che questo genio e precursore dell’informatica fu anche un innovatore musicale. Gli scienziati infatti denunciano che “il lavoro pionieristico che svolse Alan Turing alla fine del 1940 per trasformare il computer in uno strumento musicale è stato ampiamente trascurato“.

La registrazione che è stata rimasterizzata fu effettuata dalla BBC 65 anni fa con un prototipo del Mark II custodito presso il Computing Machine Laboratory di Manchester, in Inghilterra. Occupava gran parte del laboratorio al piano terra, e usava l’altoparlante spartano conosciuto come “il clacson”. Fu usato per generare tre brani: God Save the King; Baa, Baa Black Sheep; e In the Mood di Glenn Miller. Potete ascoltare le registrazioni di seguito:

Jack Copeland dell’Università di Chistchurch in Nuova Zelanda e il compositore Jason Long spiegano in un post sul sito della British Library che Turing studiò come usare “il clacson” per suonare le note ripetendo brevi sequenze di suoni ad alta velocità. Tuttavia il genio informatico era interessato a capire come poter usare il suo strumento per suonare note approssimate ripetendo brevi sequenze di suoni, ma non gli interessava andare oltre l’indagine tecnica.

Per questo smise di occuparsene dopo aver pubblicato i suoi appunti in un manuale (il primo del suo genere), che fu usato da un pianista amatoriale di nome Christopher Strachey, a cui va il merito di avere trasformato le indicazioni Turing in musica, ottenendo il suo permesso di usare il computer nelle ore notturne.

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Purtroppo quando il professore Jack Copeland e il compositore Jason Long esaminarono l’acetato originale da 12 pollici (30,5 cm) che conteneva i brani, si accorsero che l’audio era distorto; “le frequenze della registrazione non erano accurate, nel migliore dei casi dava solo un’idea approssimativa dei suoni prodotti dal computer”.

A quel punto è stato condotto un vero e proprio lavoro di restauro, modificando la velocità di riproduzione, compensando le “oscillazioni” nella registrazione e filtrando i rumori estranei. “Quando abbiamo sentito il vero suono del computer di Turing è stato un bel momento” hanno raccontato Copeland e Long.

Un’esperienza sicuramente molto diversa da quella vissuta da Strachey:

“Mi sono seduto di fronte a questa enorme macchina […], in una stanza che sembrava la sala di controllo di una nave da guerra. È stata la prima di una vita di sessioni di programmazione notturne. Al mattino, con lo stupore degli spettatori, il computer fischiava rocamente l’Inno Nazionale. Turing, di poche parole, disse solo ‘Bello spettacolo'”.

Strachey non avrebbe potuto pensare a un modo migliore per attirare l’attenzione: poche settimane dopo ricevette una lettera con una proposta di lavoro presso il laboratorio informatico.

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