beni culturali
di Antonello Cherchi
7 agosto 2019
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2′ di lettura
Sono 15 i musei autonomi che entro l’anno dovranno rinnovare o confermare il loro responsabile. C’è il direttore degli Uffizi, di Capodimonte, della Galleria nazionale di arte moderna, di Brera , di Galleria Borghese. A questi musei di prima fascia, dove gli incarichi sono più pesanti (si tratta, appunto, di dirigenti di prima fascia, ovvero della posizione apicale della pubblica amministrazione), si aggiungono i vertici di 11 istituti di seconda fascia.
Nove direttori confermati
Per questi ultimi le operazioni sono già partite. Il responsabile della direzione generale musei, Antonio Lampis, ha infatti avviate le procedure di rinnovo per altri quattro anni – quanto dura il mandato dei responsabili dei 32 istituti autonomi, che possono essere confermati per un ulteriore quadriennio – per nove di essi. Per il Palazzo Ducale di Mantova e la Galleria nazionale delle Marche sarà, invece, emanato il bando di selezione pubblica internazionale.
Selezioni internazionali
Sarà lo stesso Lampis a scegliere nella terna che uscirà dalle selezioni. La procedura prevede, infatti, che i vertici dei musei di seconda fascia siano indicati dal direttore generale,mentre per quelli di prima fascia sarà il ministro Alberto Bonisoli a scegliere tra i tre nomi che, quando sarà il momento, gli verranno sottoposti. Anche in questo caso dopo aver aperto le selezioni ai candidati internazionali. Sempre che non si decida di rinnovare tutti o qualcuno degli attuali super-direttori di prima fascia.
Il risiko dei verticidei musei autonomi
Le nomine già fatte
Così è stato, per esempio, per Massimo Osanna, rimasto a dirigere il parco archeologico di Pompei dopo la conferma arrivata a maggio. Sempre a maggio è invece cambiato il direttore della Reggia di Caserta: uscito per limiti di età Mauro Felicori, è arrivata Tiziana Maffei. Lo stesso è successo alla Galleria dell’Accademia di Venezia, dove Paola Marini è andata in pensione e ha lasciato il posto a Giulio Manieri Elia. A queste tre nomine “primaverili” nei musei di prima fascia se ne sono aggiunte altre tre – Parco archeologico dei Campi Flegrei, Palazzo reale di Genova e Parco archeologico dell’Appia antica – di seconda fascia.
Il taglio dei musei autonomi
Sul Parco archeologico dell’Appia, così come sull’Accademia di Firenze e il museo nazionale etrusco di Villa Giulia pende, però, la riorganizzazione del ministero dei Beni culturali. La riforma voluta da Bonisoli “degrada”, infatti, quei tre musei, estromettendoli dal novero degli istituti autonomi. Una novità che diventerà operativa il 22 agosto, come vuole il decreto del presidente del consiglio dei ministri n. 76 appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.