Il Gran Premio delle Americhe di MotoGP ad Austin in Texas, terzo appuntamento della stagione, ci ha regalato emozioni fino all’ultima curva. Una gara di gruppo nelle prime posizioni, incerte fino alla fine e tra sorpassi e colpi di scena, lo spettacolo non è mancato, in una corsa che ha evidenziato il talento dei piloti più in forma sulle moto migliori del momento. Vediamo i nostri voti dati ai campioni delle due ruote.
I top 3
Pedro Acosta: 10 – non c’è dubbio che la sua sia una prova da dieci. Ancora secondo, si guadagna la posizione a suon di manovre e duelli spettacolari con chiunque. Non importa che vicino a Pedro ci sia un pluricampione del mondo perché il pilota da battere è lui. Un rookie così non si vedeva emergere dall’arrivo di Marquez nella massima categoria, con la differenza che Acosta non guida la migliore moto del campionato. Gli avversari li batte di talento e non di esperienza, per ora, ma siamo solo all’inizio.
Jorge Martin: 6,5 – finché ha potuto, è stato il baluardo della Ducati. Con i compagni di marca più lenti, è riuscito a stare davanti in una corsa corale dove scappare era quasi impossibile. Poi, nella seconda metà di gara ha subito il rientro degli avversari che sembravano più “freschi” e ha guidato oltre il limite per stare terzo finché non ha dovuto cedere il passo a Bastianini. Bravo comunque perché quello che mancava a Martinator era la regolarità, ma con questa qualità nelle sue prestazioni, allora ci serabbe veramente poco spazio per i rivali.
Enea Bastianini: 8 – dov’era più facile sbagliare che indovinare la gara, Bastianini è riuscito a non commettere errori e facendo appello a tutto il suo talento ha conquistato un meritatissimo podio. Meno spettacolare nell’insieme, ha ottimizzato tutto il possibile e con il terzo posto è stata la miglior Ducati all’arrivo. Enea si iscrive ufficialmente alla lotta per il titolo dimostrando che nel suo team non ci sono seconde guide, ma solo piloti che vanno forte.
Fonte: Getty ImagesPedro Acosta sul podio del GP del Portogallo: un predestinato di cui sentiremo molto parlare nei prossimi anni
L’eroe di giornata
Maverick Viñales: 10+ – è indubbiamente lui il supereroe della gara. Batman a parte, Viñales perde molto terreno in partenza e costruisce la sua corsa dalla dodicesima posizione. Praticamente una sfida da videogame o da serie televisiva dove il protagonista parte svantaggiato, ma beffa tutti sul finale. In dodici giri si ritrova secondo e con uno in più compie il capolavoro, superando Acosta che fino a quel momento aveva bastonato tutti e firma una vittoria con giro veloce a meno sei dalla fine. Prima vittoria con l’Aprilia nella gara della domenica e per le statistiche entra nel club dei vincitori con almeno tre marche differenti nella classe regina. Speriamo che il suo talento intermittente non rimanga ondivago, ma si stabilizzi su questi risultati.
I flop 3
Marc Marquez: 5,5 – per tre quarti di gara è una furia, con la miglior Ducati tra le amni e un repertorio di sbandate, sorpassi e numeri da circo che Nakagami non li fa nella vita intera, poi la caduta in ingresso curva che vanifica tutto e lo manda nella ghiaia. Un peccato perché nel team Gresini si stanno divertendo e ogni volta pregustano qualcosa di importante. Serve più attenzione, ma non sarebbe Marc Marquez e quindi va bene così. Non troppo però.
Jack Miller: 5 – continua stupire come nelle prime fasi sia a tiro delle posizioni di testa e poi crolli clamorosamente a metà gara. L’occasione era ghiotta e laddove tutti erano vicini, stretti in ogni curva a contendersi la testa della corsa, lui ha deciso di fare il percorso inverso a Viñales, finendo dodicesimo. Paga troppo rispetto agli avversari.
Alex Marquez: 4,5 – per undici giri non fa male a nessuno, poi cade come il fratello e si ritira. E’ l’ombra dell’Alex dello scorso anno e dire che soffra la presenza nel box di Marc è banale e scorretto. Lui semplicemente è questo tipo di pilota, nulla di entusiasmante, un gran manico nel giro secco, ma meno incisivo nelle corse dove si lotta gomito a gomito e bisogna far girare la moto da “paura”. Peccato per il team che perde due su due piloti nello stesso giro.