«La sua voce in albergo – ricorda Renzi – la sera prima della visita ai lager, la sua emozione nei luoghi della prigionia, la sua forza d’animo nell’incitare alla fine i ragazzi a vivere la propria vita da protagonisti: non dimenticherò mai i tanti istanti che adesso mi tornano in testa. Quanta bellezza in quell’uomo che trasmetteva alle nuove generazioni il testimone della memoria. Da Sindaco gli ho consegnato il fiorino d’oro. Da premier sono andato a trovarlo con suo figlio Lele quando già stava male. Ma è da uomo che oggi voglio ricordarlo: non dimenticherò mai gli occhi di Nedo mentre parla degli occhi della sua mamma. Oggi Nedo ha chiuso gli occhi per sempre. Oggi i miei occhi sono pieni di lacrime. Benedico il giorno che ti ho incontrato e ti dico grazie, caro Nedo. Sei stato un gigante nella tua vita. E sei stato meraviglioso nell’accettare di rivivere il dolore di Auschwitz per educare le nuove generazioni. Per dare loro speranza. Per insegnare a tutti noi che dire mai più è un dovere. Ciao Nedo, grazie».
Il cordoglio di Sassoli e delle istituzioni toscane
Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli dedica «un pensiero di forte affetto e vicinanza a Emanuele Fiano e alla famiglia per la scomparsa di Nedo Fiano, prezioso testimone degli orrori della Shoah, scrittore raffinatissimo, uomo mite, gentile, tenace, di intransigente, cristallino valore. Il regno dei Giusti è la sua dimora».
Cordoglio da parte delle istituzioni toscane alla notizia della morte a 95 anni di Nedo Fiano. Fiorentino di nascita. «Se ne va un testimone autentico del Novecento, che ha conosciuto e ha saputo resistere all’orrore nazista – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani -. Punto di riferimento per le coscienze libere e interprete vero di libertà e democrazia».
Per il sindaco di Firenze Dario Nardella, «ci lascia un altro instancabile testimone del nostro tempo, fulgida memoria delle atrocità di Auschwitz e dello sterminio degli ebrei, un cittadino fiorentino di nascita che è diventato un simbolo della Shoah e della necessità del ricordo». Nardella ha ricordato di aver «conosciuto personalmente Fiano solo qualche anno fa, un uomo dalla tempra incredibilmente forte, dalla profonda dignità, che ha attraversato una gioventù di dolore indicibile: prima le leggi razziali, poi deportato con la famiglia: lui si salvò ma perse tutti i parenti, compresi gli amati genitori. Liberato, lasciata una Firenze che non riconosceva più, Fiano si rifece lentamente una vita a Milano e non ha smesso, fino a quando le forze lo hanno sorretto, di ricordare l’orrore e trasmetterlo alle giovani generazioni, perché non accada mai più».
«Con dolore diamo l’addio a Nedo Fiano, un uomo che da testimone dell’orrore del Novecento è stato capace di mettersi al servizio del dialogo e e dell’impegno civile». Lo dichiara la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi.