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Morta nella casa piena di gas ad Acilia, nella stessa via un’esplosione uccise madre e figlia

Set 1, 2019

Sono riprese le ricerche del compagno di Marina Santoro, la donna di 59 anni, trovata morta in casa venerdì ad Acilia, nella zona a sud di Roma. L’impiegata abitava assieme al compagno in via Giacomo della Marca e il suo corpo in avanzato stato di decomposizione, è stato scoperto ieri dai carabinieri di Ostia, che indagano ora sulla vicenda. Al momento gli investigatori ipotizzano un omicidio-suicidio. A quanto ricostruito, i due convivevano da 25 anni e andavano d’accordo. In casa è stato trovato un biglietto in cui la coppia lasciava intendere la volontà di farla finita e sul corpo della 59enne sarebbero stati riscontrate ferite fanno pensare all’omicidio, ma sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso. Alla base del gesto potrebbero esserci difficoltà economiche.

Tra le ipotesi investigative quella che, non riuscito il suicidio di entrambi, il compagno della donna possa averla uccisa e poi a sua volta aver tentato il suicidio. Nella giornata di ieri i carabinieri hanno trovato l’auto della donna ferma sugli argini del fiume Tevere all’altezza di Ostia Antica con il tubo di scarico collegato all’abitacolo, ma all’interno non c’era nessuno. Ed è stato proprio quel ritrovamento a portare alla scoperta del corpo della 59enne.

Stamattina i subacquei dei carabinieri si sono nuovamente immersi nelle acque del Tevere dove si presume che il pensionato 65enne possa essersi buttato. Le tracce dei cani molecolari ieri sono arrivate fino agli argini del fiume all’altezza di Ostia antica, poco distante dal punto del ritrovamento dell’auto con il tubo di scarico collegato all’abitacolo. Al momento si ipotizza l’omicidio-suicidio.

Intanto gli abitanti di via Giacomo della Marca sono ripiombati nella disperazione. Perché su quella stessa strada, al civico 36, un’altra famiglia si è spezzata. La sera del 28 dicembre del 2016 in un’esplosione causata da una perdita di gas erano morte Debora e Aurora Catinari, una mamma e la figlioletta di 8 anni. Il marito e l’altro figlio della coppia si salvarono solo per un caso fortuito: erano andati a comprare il pane. “Ancora dovevamo riprenderci dalla morte di Debora e Aurora, nessuno di noi le ha mai dimenticate. Ma adesso c’è un altro dramma da affrontare”.

Le indagini accertarono che a provocare l’esplosione furono delle bombole utilizzate dai vicini di casa. Poiché morosi, la fornitura era stata staccata alcuni giorni prima e quindi avevano provveduto con 5 bombole di cui una però, secondo le indagini, era difettosa. Il gas era poi salito al piano superiore provocando una violentissima esplosione e la morte della mamma e della figlia. La palazzina crollata era stata successivamente ricostruita.

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