AGI – Questa settimana sono ancora i tassi di interesse a catalizzare l’attenzione degli investitori e dei mercati finanziari di tutto il mondo. La Fed potrebbe procedere in maniera aggressiva con il terzo pesante rialzo consecutivo da 75 punti base, nel tentativo di frenare la corsa dell’inflazione spinta dalla carenza di materie prime e dalla crisi energetica in Europa legata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
L’appuntamento è di quelli imperdibili, il consueto meeting del Fomc, il Federal Open Market Committee della Federal Reserve americana, la due giorni fissata per il 20-21 settembre che darà le consuete indicazioni di politica monetaria. Si tratta della prima riunione dopo l’estate, la sesta dell’anno.
Insieme ai tassi i mercati guarderanno anche agli ultimi sviluppi della campagna elettorale in Italia, in attesa del voto del 25 settembre. La Fed agirà soprattutto in base al dato dell’inflazione comunicato la scorsa settimana, non positivo: i prezzi al consumo negli Stati Uniti ad agosto sono scesi all’8,3% dall’8,5% di luglio, ma meno di quanto si attendessero gli analisti che scommettevano su una crescita limitata all’8,1%.
Si tratta comunque della seconda diminuzione consecutiva oltre a essere la lettura più bassa negli ultimi 4 mesi. L’inflazione core, che esclude le componenti volatili dei prodotti alimentari e dell’energia, è cresciuta invece dello 0,6% ad agosto, dopo essere salita dello 0,3% a luglio.
In questo contesto, i mercati europei sembrano orientati ad una apertura di settimana mista, sulla scia delle piazze asiatiche che procedono negative per i timori di una nuova stretta aggressiva da parte della Fed. Anche la Bce, dopo aver alzato i tassi dello 0,75% a inizio settembre, potrebbe procedere su questa linea.
La scorsa settimana la presidente di Eurotower Christine Lagarde ha sottolineato che la stabilità dei prezzi è prioritaria rispetto alla crescita. Mentre il capo economista, Philip Lane, ha spiegato che la Bce potrebbe alzare nuovamente i tassi fino all’anno prossimo.
Giovedì invece la Bank of England dovrebbe aumentare i tassi di 50 punti base, con gli analisti che hanno ritoccato al ribasso le previsioni. Il meeting della Boe sarà anche un test sulla la capacità della banca centrale e del nuovo governo britannico di gestire una situazione che vede il più alto livello di inflazione tra quelli dei Paesi più ricchi coniugato con il rischio recessione.
Anche la Banca centrale del Giappone si riunirà questa settimana ma non sono attesi cambiamenti alla politica monetaria storicamente accomodante rispetto alla crescita dell’inflazione. Mentre la banca centrale cinese la scorsa settimana ha tagliato i tassi sulle operazioni a 14 giorni e intensificato le iniezioni di liquidita’ per far fronte alla maggiore domanda.