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Morning Bell: mercati deboli e instabili per le deludenti trimestrali di alcuni big del tech

Ott 28, 2022

AGI – I mercati restano deboli, contrastati e instabili, per colpa delle deludenti trimestrali di alcuni big del tech, mentre la Bce rialza i tassi dello 0,75% ma lascia intendere che potrebbe moderare le strette in futuro, la Boj mantiene la sua politica ultra-accomodante e cresce l’aspettativa che la Fed, dopo un quarto rialzo consecutivo di 75 punti base a novembre, possa rallentare un po’ il passo a partire da dicembre.

In Asia i listini sono in calo, dopo che l’inflazione nell’area di Tokyo è salita al top da 33 anni a ottobre e la Banca del Giappone, come previsto, ha mantenuto invariata la sua politica ultra-accomodante.

Nel frattempo il Fmi ha tagliato di quasi l’1% le sue previsioni di crescita in Asia, portandole al 4% nel 2022 e al 4,3% nel 2023 e ha tagliato anche le sue stime sul Pil cinese, riducendole dal 4,4% di aprile al 3,2% quest’anno e al 4,4% nel 2023.

La Borsa di Tokyo perde oltre mezzo punto percentuale, quella di Hong Kong sopra il 2% e quella di Shanghai quasi l’1%. A Wall Street i future replicano la chiusura di ieri, con quelli sul Dow Jones in lieve rialzo e quelli sullo S&P e sul Nasdaq in ribasso, dopo che il colosso Amazon ha lasciato sul terreno il 12% nell’afterhour, mentre Apple ha guadagnato lo 0,5%.  

Dopo la chiusura di Wall Street Amazon ha ridotto le sue previsioni sui ricavi del quarto trimestre, mentre Apple ha rilasciato vendite record nel terzo trimestre. Ieri il Dow Jones ha resistito al tonfo di Meta (-25%), chiudendo in rialzo dello 0,62%,mentre l’S&P 500 è arretrato dello 0,6% e il Nasdaq dell’1,63% sotto il crollo delle azioni del gruppo di Mark Zuckerberg.

La sessione è stata pesante per tutte le big tech, che in questi giorni hanno pesantemente deluso il mercato con trimestrali inferiori alle attese. Gli investitori hanno duramente penalizzato i titoli dell’ex Facebook che, nel terzo trimestre, ha visto dimezzarsi gli utili e scendere ancora il fatturato.

Ma a preoccupare è soprattutto l’andamento molto peggiore delle previsioni del progetto sul Metaverso: utenti inferiori alle attese e 9,4 miliardi di dollari persi in nove mesi. Meta, che a inizio anno flirtava con i 1.000 miliardi di capitalizzazione, ha bruciato ieri oltre 80 miliardi. La stagione delle trimestrali sembra però mostrare due facce diverse. 

Se per i titoli tecnologici si sta risolvendo in un bagno di sangue, le cose appaiono ben diverse per le azioni delle società impegnate in business più tradizionali. Di qui la tenuta del Dow Jones. Conti superiori alle stime hanno spinto Caterpillar in rialzo del 7,79%, Honeywell International del 3,27% e Mc Donald’s del 3,46%. A sostenere i comparti meno innovativi è giunto anche il dato sul Pil Usa nel terzo trimestre, risultato superiore alle previsioni con un rimbalzo del 2,6% annualizzato. Il dato ha allontanato i timori di una recessione imminente e il raffreddamento dei consumi ha rafforzato le speranze che la Fed possa rallentare il ritmo della propria stretta monetaria.  “Nel complesso, questo è il tipo di rapporto che la Fed stava cercando”, commenta Curt Long, capo economista dell’Associazione Nazionale Credit Unions.

Secondo Long questi dati rafforzano la tesi di chi ritiene che la Fed potrebbe impiegare aumenti dei tassi di 50 punti base, piuttosto che 75, a partire dalla riunione di dicembre. In calo di oltre mezzo punto percentuale i future sull’EuroStoxx 50, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso miste, con Parigi in negativo e Milano maglia rosa a +0,9%, sulla scia di un atteggiamento meno aggressivo della Bce sui futuri aumenti dei tassi e dei segnali da ‘colomba’ forniti dalla Bce sul possibile ‘quantitative tightening’, ovvero la riduzione del portafoglio di bond del programma App di acquisto bond.

È proprio il fatto che non sia stato apportato nessun cambiamento ai programmi di acquisto di asset che è piaciuto ai mercati i quali dopo un’apertura negativa hanno virato al rialzo mentre i rendimenti dei Btp sono scesi sotto al 4%, il minimo da circa cinque settimane, e lo spread sul Bund è calato al livello più basso da metà agosto a 205 punti. In altre parole la Bce ha innalzato i tassi al livello più alto dall’inizio del 2009, ma i rendimenti obbligazionari europei sono scesi e l’euro è scivolato sotto la parità del dollaro, perchè alcuni investitori scommettono che la banca centrale potrebbe allentare in futuro il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse.

L’euro ha chiuso in linea con la parità contro il dollaro. La divisa unica europea ha terminato la sessione a quota 1,0005 dollari, dopo aver toccato un massimo di 1,0094 ed essere scivolata fino a un minimo di 0,9973. Dopo la decisione della Boj, lo yen cede leggermente a quota 146 sul dollaro, lontano dai minimi da 32 anni toccati prima che le autorità di Tokyo intervenissero a sostegno della valuta nipponica con aiuti stimati intorno ai 30 miliardi di dollari. Il prezzo del petrolio è sceso dai recenti picchi, ma si appresta a chiudere in territorio positivo la settimana, con il Brent a +2,1% e il Wti a +4%.

Oggi sono attesi i dati Usa sulla fiducia dei consumatori dell’indice Michigan, le trimestrali di Exxon e Chevron, l’inflazione in Italia, Germania e Francia e i dati sul Pil di Francia e Germania. Intanto Vladimir Putin alza i toni contro l’Occidente, ma fa sapere che potrebbe partecipare al G20 di Bali, in Indonesia. Tuttavia il presidente americano, Joe Biden scioglie la riserva e decide che non si siederà con lui. Nel suo primo giorno a Downing Street, Rishi Sunak ha smantellato quello che restava del programma di Liz Truss, ripristinando il bando al fracking e cancellando l’aumento delle pensioni in linea con l’inflazione. Tuttavia non è ancora chiaro quello che il nuovo governo Tory intenda fare, visto che Sunak, d’accordo con il ministro delle Finanze Jeremy Hunt, ha rinviato al 17 novembre la pubblicazione del piano di bilancio per il prossimo anno fiscale. L’aspettativa è che le tasse verranno aumentate, almeno nel breve termine, e che ci saranno riduzioni della spesa pubblica, ma resta da stabilire come. 

Musk compra twitter e caccia i vertici

Dopo sei mesi di trattative, culminate con una disputa legale, Elon Musk dichiara di aver acquistato Twitter, il giorno prima della scadenza del termine per presentare l’offerta. Quarantaquattro miliardi di euro la cifra offerta dal proprietrio di Tesla ad aprile scorso per acquisire il social. Con l’avvicinarsi della data del giudizio legale le parti si sono riavvicinate. Così ieri Musk ha fatto ingresso negli uffici della società a San Francisco, portando ironicamente in mano un lavandino per ricordare alle persone che dovranno abituarsi a dover digerire la sua presenza alla guida del social media. “La ragione per cui ho acquistato Twitter è che è importante per il futuro della civiltà avere una piazza di dibattito, dove una ampia gamma di argomenti può essere discussa in modo sicuro, senza ricorso alla violenza”, argomenta Musk in un lungo post su Twitter. Completato il suo acquisto di Twitter, Musk ha iniziato a fare pulizie a Twitter con il licenziamento di almeno quattro alti dirigenti. Musk ha meso alla porta Parag Agrawal, amministratore delegato di Twitter; Ned Segal, direttore finanziario; Vijaya Gadde, il massimo dirigente legale e politico, e Sean Edgett, il consigliere generale. Almeno uno dei dirigenti licenziati è stato scortato fuori dall’ufficio di Twitter. Oggi il titolo di Twitter sarà sospeso dalle quotazioni di Borsa

Boj: mantiene tassi a livello ultra-accomodante, inflazione Tokyo al top da 33 anni

La Boj, la Banca del Giappone, come previsto, ha lasciato a livello ultra-bassi i suoi tassi di interesse, rimanendo così in controtendenza rispetto alle altre banche centrali. La Boj ha mantenuto invariato il suo obiettivo di -0,1% per i tassi di interesse a breve termine e dello 0% per i rendimenti obbligazionari a 10 anni. L’istituto ha poi rialzato le sue stime per l’inflazione, portandole al 3% dal precedente 2,3%. Tuttavia la Boj si aspetta anche che l’inflazione diminuisca all’1,5% nel 2023 e 2024. Intanto l’inflazione nell’area di Tokyo a ottobre è salita al 3,4%, il top da 33 anni. 

Amazon, taglia ricavi nel quarto trimestre e titolo perde 12% 

Nell’afterhour il titolo Amazon perde il 12%, dopo che il colosso di Jeff Bezos ha emesso previsioni di entrata negative per il resto dell’anno.  Il gruppo ha tagliato all’interno di una forchetta compresa tra 140 e 148 miliardi di dollari le stime di fatturato per il quarto trimestre, contro i 155,15 miliardi stimati dagli analisti. Il 2022 è stato un anno rovinoso per il core business delle vendite online, che hanno risentito dell’alta inflazione e del ritorno dei consumatori ai negozi fisici dopo il boom delle vendite on line durante i lockdown imposti dalla pandemia di coronavirus. Inoltre Amazon ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 127,1 miliardi di dollari, in rialzo del 15% ma sotto i 127,46 miliardi attesi dal mercato e l’utile netto è sceso a 2,9 miliardi di dollari dai 3,1 miliardi dello stesso periodo del 2021, mentre nei primi nove mesi il bilancio è finito in rosso di 3 miliardi contro i 19 miliardi guadagnati tra gennaio e settembre dell’anno scorso. Pur non annunciando un blocco delle assunzioni su larga scala o un taglio dei posti di lavoro, Amazon ha rallentato le assunzioni in alcune unità e ha chiuso progetti importanti, come quello dei robot per le consegne.

Apple registra ricavi record nel terzo trimestre

I ricavi di Apple sono saliti dell’8% nel terzo trimestre al livello record di 90 miliardi di dollari, sopra gli attesi 89 miliardi di dollari. Le vendite dell’iPhone che rappresentano i 47% del totale sono cresciute del 10% a 42,6 miliardi di dollari, sotto gli attesi 43,2 miliardi. “I ricavi sono stati superiori a quanto avevamo previsto all’inzio del trimestre – commenta il responsabile finanziario Luca Maestri – nonostante il rafforzamento del dollaro abbia rappresentato un vento contrario”. L’utile netto trimestrale è cresciuto a 20,7 miliardi di dollari, contro gli attesi 20,5 miliardi. Il gruppo non ha rilasciato stime per il quarto trimestre, anche se Maestri ha dichiarato al Ft che Apple “non ha riscontrato vincoli di fornitura significativi da Covid o da cerenze di silicio”. Tali vincoli erano costati 4 miliardi di dollari nel secondo trimestre. Il titolo Apple ha guadagnato lo 0,5% nell’afterhour.  

Bce alza tassi 0,75% e si aspetta altri rialzi

La Bce, in linea con le attese, rialzato i tassi di 75 punti base, portando il fed fund al 2% e il tasso sui depositi all’1,5%. Inoltre anticipa che li alzerà anche nei prossimi meeting e, questa volta a sorpresa, non accenna ad alcun Quantitative tightening (Qt), ovvero la riduzione del portafoglio di bond del programma App (Asset Purchase Programme).  L’Eurotower insomma continuerà a reinvestire il capitale rimborsato del programma. Stesso discorso per il Pepp, il programma pandemico. Una decisione sarà presa nel Direttivo del 15 dicembre, ha spiegato la presidente Christine Lagarde. Inoltre la Bce si aspetta nuovi rialzi in futuro per poter riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%: al momento la banca centrale ritiene di aver solo fatto passi avanti nella riduzione dell’accomodamento monetario, riduzione che non è ancora terminata, ha detto Lagarde: “L’inflazione resta decisamente troppo alta e resterà al di sopra dell’obiettivo per un periodo prolungato”.

L’entità dei futuri rialzi sarà decisa di volta in volta, “riunione dopo riunione”, con buona pace delle forward guidance. Altra novità della riunione odierna riguarda la modifica dei tassi di interesse del Tltro (i prestiti agevolati alle banche) a partire dal 23 novembre. Il Consiglio direttivo ha deciso “di modificare i termini e le condizioni applicati alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine”. La presidente Christine Lagarde ha anche messo in guardia da un aumento del rischio che l’economia europea possa andare in recessione da cui potrebbe scaturire un aumento della disoccupazione. Proprio in questo senso, l’ex direttore del Fmi ha esortato i governi dei paesi dell’area auro a ridurre il debito pubblico. Nessuna polemica con la neo premier italiana Giorgia Meloni che nel suo intervento alla Camera aveva criticato l’approccio della banca centrale. “Nelle nostre decisioni e azioni non saremo condizionati dalle politiche fiscali o dai mercati finanziari: dobbiamo fare quel che va fatto. Le banche centrali devono focalizzarsi sul proprio mandato ed è quello che abbiamo fatto oggi” ha detto Lagarde, spiegando che il compito della banca centrale è la lotta all’inflazione e che, in ogni caso, si terrà conto delle probabilità di una recessione nell’elaborazione delle prossime proiezioni macroeconomiche, previste per la riunione del 15 dicembre. 

Usa: Pil sale 2,6% nel terzo trimestre, più di attese

Rimbalzo del Pil Usa nel terzo trimestre. L’economia a stelle e strisce cresce del 2,6% annuale, sopra l’atteso +2,4% e segnando una netta inversione dopo le due contrazioni consecutive, rispettivamente dello 0,6% nel secondo trimestre e dell’1,6% nei primi tre mesi dell’anno. Le cifre suggeriscono che non vi è una recessione in corso, anche se gli economisti restano pessimisti, perchè il cambio di marcia è legata all’elevata volatilità delle scorte e del retail, mentre la spesa per consumi resta lenta e cresce solo dell’1,4%, a dimostrazione che l’economia Usa ha iniziato a rallentare. A novembre la Fed si appresta a varare il suo quarto rialzo di 75 punti base dei tassi, portando la forchetta dei fed fund tra il 3,75% e il 4%. A dicembre la Fed potrebbe rallentare il ritmo dei suoi rialzi dei tassi, anche se i mercati prezzano al 5% il livello dei tassi a fine anno e gli economisti prevedono che l’economia Usa entrerà in recessione il prossimo anno. Joe Biden, nei suoi ultimi interventi, ha insistito sul fatto che l’economia statunitense è sulla strada giusta e può ancora farcela a non entrare in recessione, ma perfino Jay Powell, il presidente della Fed, ha riconosciuto che le probabilità che questo accada sono invece aumentate.

Segnali di distensione tra Usa e Cina, Xi “Troviamo via per cooperare”

Segnali di distensione tra Usa e Cina. Il presidente cinese, Xi Jinping, ha inviato un messaggio dai toni distensivi agli Stati Uniti, che è anche il primo dopo la chiusura del ventesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, dal quale è stato riconfermato al vertice del partito per un terzo mandato quinquennale. “La Cina è disposta a lavorare con gli Stati Uniti per trovare il modo di andare d’accordo a beneficio di entrambi”, scrive Xi in un messaggio recapitato alla cena di Gala del Comitato Nazionale per le Relazioni tra Cina e Stati Uniti, in cui il leader cinese chiede agli Usa di rafforzare la comunicazione e la cooperazione e di “trovare la strada giusta” per andare d’accordo, nella “nuova era, in modo che ne possano beneficiare sia i due Paesi che il mondo”. L’emittente televisiva statale cinese sottolinea, infine, anche che “lo stesso giorno il presidente degli Stati Uniti Biden ha anch’egli inviato una lettera di congratulazioni alla cena annuale di premiazione del Comitato Nazionale per le Relazioni Usa-Cina”. A metà novembre, in occasione del G20 a Bali, in Indonesia, Xi potrebbe avere il primo faccia a faccia di persona, con il presidente americano Joe Biden.

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