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Morning Bell: il mood dei mercati resta ribassista, con temporanei rimbalzi

Lug 15, 2022

AGI – I mercati sono deboli e incerti, impauriti dalla recessione e frenati dall’attesa di aggressivi rialzi dei tassi da parte della Fed. Il mood resta ribassista, anche se inframmezzato da temporanei rimbalzi, come quelli registrati dopo che ieri due membri del board della Federal Reserve hanno minimizzato la prospettiva di un aumento dell’1% dei tassi Usa.

In Asia i listini sono misti, dopo i dati sul Pil cinese, che nel secondo trimestre ha subito una contrazione congiunturale e un rallentamento annuale superiore alle attese, per l’impatto della drastica politica dello ‘zero-Covid’. In leggero rialzo i future a Wall Street e in Europa, mentre l’euro è sceso ieri nuovamente sotto la parità dopo l’annuncio delle dimissioni di Mario Draghi.

La crisi di governo in Italia ha mandato a picco la Borsa di Milano e fatto schizzare verso l’alto lo spread. In serata Mattarella ha respinto le dimissioni di Draghi, che mercoledì dovrà di nuovo mettersi in gioco di fronte al Parlamento.

Oggi Tokyo avanza di mezzo punto percentuale, mentre Shanghai va giù e Hong Kong perde l’1,5%, penalizzata dal settore tech. Il Pil cinese nel secondo trimestre è cresciuto solo dello 0,4% annuale, a fronte di un atteso +1%. Difficilmente a questi ritmi la Cina riuscirà a centrare il target del 5,5% di crescita del Pil a fine anno. Il premier cinese Li Keqiang fa sapere che il governo sosterrà l’economia, anche se crescono i timori per l’inflazione.

I future a Wall Street sono in rialzo dopo che a New York mel finale i listini hanno ridotto le perdite, chiudendo contrastati. Il Dow Jones ha ceduto lo 0,46%, lo S&P 500 lo 0,31%, in calo per la quinta sessione di fila, e il Nasdaq è terminato sulla parità a +0,03%. In precedenza alcuni dati Usa non incoraggianti e le trimestrali deludenti delle banche avevano spinto al ribasso l’azionario.

Oggi usciranno le trimestrali di Wells Fargo e Citigroup e lunedì quelle di Goldman Sachs. I rendimenti dei Treasury sono calati e Wall Street si è un po’ ripresa dopo che il governatore della Fed, Christopher Waller, ha sminuito la prospettiva che la Fed potesse lanciare un aumento senza precedenti dei tassi di interesse dell’1% alla fine di questo mese.

“Non si vuole esagerare coi rialzi dei tassi”, ha detto, aggiungendo però che tutto dipenderà dai dati in arrivo, tra cui le vendite al dettaglio di oggi. Anche il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, che pure è considerato un ‘falco’, ha detto di essere favorevole a un aumento di 75 punti base alla riunione di luglio. In lieve aumento anche i future sull’EuroStoxx 50, dopo una chiusura in rosso per le Borse europee, impaurite dalla recessione, e in profondo rosso per la Borsa di Milano, che ha ceduto il 3,44%, sulla scia delle dimissioni annunciate da Mario Draghi, dopo che il Movimento 5 Stelle non ha votato la fiducia in Senato sul Dl Aiuti.

In rialzo lo spread Btp-Bund, che ha chiuso sotto i massimi a 217 punti, con il rendimento del Btp che è schizzato al 3,5%, per poi terminare al 3,32%. L’euro è sceso sotto la parità sul dollaro, ai minimi da 20 anni, dopo le dimissioni Draghi e poi è ritornato sopra la parità.

Più nel dettaglio l’euro ha toccato un minimo di 0,9951 dollari, il livello più basso dall’ottobre del 2002 e ora è a 1,0029. “Con i rialzi dei tassi statunitensi potenzialmente in accelerazione e la Banca Centrale Europea bloccata in posizione neutrale in un contesto di forte rallentamento dell’economia europea, il mercato non ha ancora rinunciato all’idea di una rottura al ribasso verso il prossimo livello di supporto chiave intorno a 0,96”, afferma John Hardy, strategist valutario di Saxo Bank.

Per Ubs Global Wealth Management nella riunione di giovedì prossimo la Bce potrebbe faticare a convincere i mercati del fatto che l’Istituto sta combattendo l’inflazione con lo stesso vigore delle altre banche centrali, aumentando potenzialmente la pressione sull’euro. La Bce si trova in un dilemma tra l’impennata dell’inflazione e il rallentamento della crescita economica.

In Asia i prezzi del petrolio sono tornati in rialzo, dopo che ieri sia il Wti, sia il Brent sono di nuovo scesi sotto i 100 dollari, mentre il greggio del Mare del Nord è temporaneamente tornato sui livelli del 23 febbraio, il giorno prima dell’invasione russa in Ucraina. A raffreddare la corsa dell’oro nero è il forte rallentamento della domanda globale e i nuovi lockdown imposti in Cina per contrastare la recrudescenza della pandemia. Sempre oggi c’è attesa per i dati sulle vendite al dettaglio negli Usa a giugno. Bali, in Indonesia, ospita da oggi per due giorni il G20 finanziario. In cima all’agenda figurano la crisi inflattiva globale e la discussione sulle misure per contenere l’aumento dei prezzi, limitando il più possibile le ricadute sulla ripresa economica. 

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