AGI – I mercati sono deboli, incerti e molto volatili, condizionati dai timori di recessione e dal rialzo dei tassi. A indebolirli e a renderli così instabili sono le aspettative degli investitori, i quali ora prezzano al 5% l’anno prossimo i rialzi dei tassi della Fed, dal 4,6% della scorsa settimana, il che significa che per far fronte all’alta inflazione la Fed dovrà frenare l’economia Usa più del previsto.
Questo ha fatto impennare il rendimento dei Treasury, portando il tasso del decennale Usa al 4,25%, il top dal 2008, inoltre ha fatto lievitare il biglietto verde, che ha superato la soglia dei 150 yen, spedendo la valuta nipponica al minimo dal 1990 e ha invertito ieri da positivo in negativo l’andamento di Wall Street.
Oggi in Asia i listini sono in calo e così anche i future a Wall Street e in Europa, dopo che ieri i titoli a New York hanno chiuso in calo al termine di una seduta volatile, a due facce, segnata da un avvio positivo e da una successiva inversione di tendenza. Il Dow Jones è finito così a -0,30%, l’S&P 500 a – 0,8% e Nasdaq a -0,61%.
I listini inizialmente si erano mossi positivamente sulla scia delle buone trimestrali di giornata, una tendenza già vista all’opera nei giorni precedenti. AT&T e Ibm hanno registrato utili trimestrali sopra le attese e hanno strappato sul prezzo, con rialzi rispettivamente del 7,79% e del 4,73%. In calo pronunciato invece Tesla che ha perso il 6,65%, sulla scia del taglio delle previsioni sulle vendite nell’ultima parte dell’anno.
Successivamente i listini hanno cominciato a flettere, per il rialzo dei rendimenti dei Treasury e per il rafforzamento del dollaro, a loro volta innescati dal peggioramento delle aspettative dei mercati sui rialzi dei tassi Usa, prezzati ora dai trader al 5% entro maggio del 2023.