• 28 Novembre 2024 3:40

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Morning Bell: cosa si aspettano i mercati dopo il taglio alla produzione del greggio

Ott 6, 2022

AGI – I mercati hanno ripreso a crescere dopo aver interrotto ieri due giorni di rally, ma procedono con più cautela in attesa dei dati sul mercato del lavoro americano. Le Borse asiatiche sono miste e il prezzo del petrolio continua a correre anche se con un passo meno spedito, dopo la decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di greggio di due milioni di barili, che ha inasprito i rapporti con gli Stati Uniti.

In rialzo anche i future a Wall Street e in Europa, dopo le chiusure negative di ieri. “I mercati stanno ora rendendosi conto che dei dati zoppicanti significano dei dati cattivi”, commenta Yung-Yu Ma, chief investment strategist per BMO Wealth Management – avremmo bisogno di un mercato coerente e unidirezionale capace di indicare alla Fed una rotta che le consenta di ammorbidire la sua posizione, il che è difficile da ottenere in questa fase”.

La Borsa di Tokyo avanza quasi dell’1%, mentre Hong Kong arretra di circa mezzo punto percentuale, prendendosi una pausa dopo il +6% di ieri. Shanghai resta chiusa per la festività della Golden Week. In rialzo di circa lo 0,5% I future a Wall Street, che ieri ha chiuso in flessione, ma sopra i minimi di seduta, dopo aver tentato di passare in positivo un’ora prima del termine degli scambi.

Il Dow Jones ha ceduto lo 0,14%, lo S&P lo 0,22% e il Nasdaq lo 0,25%. L’indice S&P 500 ha ridotto le perdite iniziali grazie all’aumento dei titoli energetici e dei titoli tecnologici, ma ha perso fiducia in una possibile pausa nel rialzo dei tassi da parte della Fed.

La presidente della Federal Reserve di San Francisco, Mary Daly, ha infatti dichiarato che l’obiettivo della Fed di continuare a inasprire la politica monetaria fino a quando i tassi d’interesse non raggiungeranno un livello restrittivo “non è cambiato”.

I tassi di interesse hanno raggiunto un punto potenzialmente “appena neutrale”, ha aggiunto Daly, insistendo però sul fatto che “sono necessari altri aumenti dei tassi” per ridurre l’inflazione. A influenzare gli investitori anche una serie di dati macro, tra cui l’indice Ism sull’attività dei servizi statunitensi risultato migliore del previsto a settembre e l’aumento superiore alle attese del rapporto Adp sul”occupazione Usa nel settore privato.

I mercati osserveranno con grande attenzione il rapporto mensile sulle paghe degli americani, che dovrebbe mostrare un altro mese di robusta creazione di posti di lavoro e un tasso di disoccupazione vicino ai minimi da 50 anni a questa parte, incoraggiondo perciò la Fed a rilzare I tassi di altri di 75 punti base nella prossima riunione di inizio novembre.

Al momento il mercato monetario prezza con circa il 90% questa eventualità. Sotto i riflettori Twitter che è scesa dell’1,35% dopo aver guadagnato oltre il 22% il giorno prima, quando il gigante dei social media ha confermato che Musk ha accettato di riproporre l’accordo per l’acquisto della società per 44 miliardi di dollari.

Ad appesantire lo scenario c’è invece la prospettiva di un maxi-taglio dell’Opec+, che ridurrà la produzione di 2 milioni di barili al giorno, la sforbiciata più forte dall’inizio della pandemia. La decisione è stata presa sulla spinta dell’Arabia Saudita e della Russia, che hanno agito in contrasto con gli Strati Uniti e l’Europa. Per Joe Biden si è trattato di una decisione “miope”, mentre secondo il Wall Street Journal quella dell’Opec+ è una mossa della Russia per mettere in difficoltà gli Stati Uniti e l’Occidente, poichè potrebbe comportare un aumento delle quotazioni a livello globale, far salire l’inflazione e aiutare la Russia, grande esportatore di petrolio, a pagare la sua guerra in Ucraina.

Il prezzo del petrolio che era aumentato del 5% prima dell’incontro ha continuato a correre e attualmente in Asia il Wti e il Brent avanzano dello 0,2%, rispettivamente a quasi 88 dollari e sopra I 93 dollari al barile.

In rialzo di oltre l’1% anche i future sull’EuroStoxx 50, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso in ribasso, con Milano, maglia nera, giù dell’1,52%. A pesare negativamente hanno contribuito le indicazioni arrivate dagli indici Pmi nell’Eurozona a settembre, che confermano le prospettive non rosee delle economie del Vecchio Continente alla prese con la crisi energetica, soprattutto del gas, con la Russia.

Chiusura in rialzo anche per lo spread. Il differenziale ha terminato la giornata a 243 punti, contro i 232 della vigilia. In netta risalita il tasso dei titoli italiani che si è collocato al 4,445%, in crescita di 23 punti base, la più ampia dal marzo 2020.

Da segnalare sui mercati valutari l’apprezzamento del dollaro, sulla scia del quinto rialzo dei tassi consecutivo da 50 punti base varato dalla Banca della Nuova Zelanda, la quale ha ricordato agli investitori che l’inflazione resta la principale priorità delle banche centrali. La divisa americana, che oggi è tornata a flettere, ieri è risalita sull’euro, che resta vicino alla parità e ha guadagnato lo 0,8% sulla sterlina sopra quota 1,13, ponendo fine a un ciclo di rialzi protrattosi per sei sedute di fila.

Gazprom ha ripreso le forniture all’Italia attraverso l’Austria, mentre la presidente Ue, Von der Leyen ha fatto sapere che i Paesi europei sono pronti a mettere un tetto al prezzo del gas per produrre elettricità. Bruxelles sta lavorando su due tipi di tetti al prezzo del gas: uno è “un price cap sul gas utilizzato per generare elettricità” e l’altro riguarda “un cap sull’energia scambiata in Europa fin tanto che stiamo lavorando a una riforma dell’indice Ttf”.

Inoltre gli ambasciatori dell’Unione europea hanno dato il via libera all’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che dovrà essere formalmente approvato delle capitali, e che comprende il tetto al prezzo del petrolio russo importato anche da Paesi terzi. 

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