• 4 Maggio 2024 19:49

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Morning Bell: cosa si aspettano i mercati

Mag 12, 2022

AGI – Le Borse sono in calo ma sui mercati resta una fortissima volatilità dopo i dati sull’inflazione Usa, che ad aprile rallenta ma meno del previsto. I prezzi al consumo allentano dall’8,5% all’8,3%, restando persistentemente alti e lasciando i mercati incerti e confusi sugli aggressivi rialzi dei tassi che dovranno essere decisi per domarli e sul conto che l’economia dovrà pagare in termini di rallentamento della crescita e di possibile stagflazione.

I dati di ieri inoltre indicano che l’inflazione Usa potrebbe aver raggiunto il suo picco ma non c’è affatto la certezza che lo manterrà. “Ad aprile potremmo essere tentati di dire che abbiamo visto l’inflazione raggiungere il picco ma potrebbe anche trattarsi di un miraggio, come è avvenuto nell’agosto scorso”, commenta il capo analista finanziario di Bankrate. In Asia, Tokyo e Hong Kong arretrano di oltre l’1% e Shanghai avanza leggermente, mentre sullo sfondo permangono i lockdown in Cina, la chiusura dei porti, i colli di bottiglia, il calo della domanda globale e la paura per il rallentamento dell’economia del Dragone

A Wall Street I future sono in calo, dopo che ieri a New York abbiamo assistito a una seduta particolarmente volatile, che ha visto i listini aprire misti, poi virare in negativo, poi in positivo e infine chiudere in rosso con il Dow Jones a -1,02 e l’indice S&P 500 che ha perso l’1,61%. Più pesante, come spesso accade negli ultimi tempi, la flessione del Nasdaq, che ha lasciato sul terreno il 3,18%. In affanno tutte le Big Tech: Apple (-5,18%), Microsoft (-3,32%).

Male anche Amazon a 3,20%, Meta Platforms 4,51%, Tesla -8,25%, Netflix -6,35%, Twitter -2,50%. A picco la piattaforma crypto Coinbase, che ha perso circa 26%. Il declino è venuto il giorno dopo che la società ha segnalato un mancato guadagno e ha coinciso con un calo dei prezzi delle criptovalute. Oggi il Bitcoin è scambiato in calo di oltre il 2% intorno ai 28.000 dollari. I In Europa i future sull’EuroStoxx 50 perdono intorno al 2%, nonostante ieri le Borse europee abbiano ripreso a correre, a dimostrazione dell’irregolarità dei mercati.

I listini del Vecchio Continente hanno assorbito sia i dati sull’inflazione Usa, sia l’annunciato rialzo dei tassi a luglio da parte di Christine Lagarde. La numero uno della Bce ha detto che l’istituto procederà ad aumentare I tassi poche settimane dopo la fine dell’acquisto dei titoli all’inizio di luglio, ha anche assicurato che “il processo di normalizzazione sara’ graduale”, affermando però da Lubiana che “è giusto che la politica monetaria torni a un assetto più normale”.

Insomma, la Bce è costretta a fronteggiare l’alta inflazione, che anche in Germania ad aprile ha sfiorato il 7,4%, il massimo dalla riunificazione del 1990. Un dato analogo al 7,5% registrato nello stesso mese nella media dell’Eurozona. Oggi i future mostrano che l’azionario europeo si prepara a pagare pegno per le parole della Lagarde, anche se ieri i mercati avevano reagito bene.

Sul mercato valutario il biglietto verde resta al top da 20 anni. Il dollaro scambia a 103,9 su un indice che raggruppa le principali monete, non lontano dal valore di 104,19 raggiunto all’inizio della settimana per la prima volta dalla fine del 2002. Volatile l’obbligazionario Usa. I T-Bond a 10 anni scambiano in ribasso al 2,89%, dopo essere risaliti ieri sopra al 3%, sempre in in calo rispetto al top da tre anni e mezzo del 3,2% di inizio settimana. Il rendimento del due anni, che è più sensibile alle prospettive della politica monetaria, è balzato ieri di circa 0,12 punti percentuali al 2,73%, prima di scendere al 2,64%.

Molto volatile il prezzo del petrolio, che in Asia scivola dell’1% per la paura della stagflazione, dopo che ieri il Wti aveva chiuso al Nymex in rialzo quasi del 6%, per l’aspettativa che l’Unione europea arrivi a un accordo interno per vietare le importazioni di petrolio russo. Oggi escono i dati Usa sui sussidi settimanali di disoccupazione e sui prezzi alla produzione ad aprile e quelli preliminari sul Pil del Regno Unito nel primo trimestre. Inoltre parlerà il ceo di Apple Tim Cook alla Gallaudet University di Washington e sempre nella capitale Usa, Joe Biden ospiterà un summit straordinario dei leader asiatici dell’Asean.

Ieri Mario Draghi a Capitol Hill ha detto alla Speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi che “la guerra è una sfida per la democrazia”, mentre il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, al termine di una ennesima giornata di offensiva russa in Ucraina, si è mostrato pessimista sulle trattative di pace: “E’ chiaro per noi che, al momento attuale, non ci sono possibilità immediate di un accordo di pace o possibilità immediate di un cessate il fuoco globale”.

L’esercito di Mosca ha attaccato l’acciaieria Azovstal con i carri armati mentre Kiev ha proposto uno scambio tra i militari ancora asserragliati e i prigionieri russi. La Russia intanto punta all’annessione di Kherson.

Usa: inflazione rallenta all’8,3% ad aprile, meno di attese

L’inflazione Usa rallenta ma meno delle attese negli Stati Uniti aprile. L’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% su base mensile, contro il +1,2% di febbraio e lo 0,2% previsto da mercato. Su base tendenziale il costo della vita ha registrato un incremento dell’8,3%, in frenata rispetto al +8,5% del mese prima, il top da 40 anni, ma superiore rispetto al +8,1% stimato dagli analisti. Il dato ‘core’ e’ cresciuto dello 0,6% rispetto a febbraio e del 6,2% su base annuale, contro una previsione pari rispettivamente a +0,4% e +6.

Quella di aprile è la prima frenata dell’inflazione Usa da 8 mesi a questa parte. Anche quest’ultimo rialzo ha consolidato le preoccupazioni sul fatto che le pressioni sui prezzi non siano più un fenomeno esclusivo dei settori più colpiti dalla pandemia, ma piuttosto una tendenza generalizzata.

I settori più colpiti ad aprile sono quelli del cibo, dei biglietti aerei e delle ospedalizzazioni. Misti i prezzi dell’energia, con quelli della benzina in calo del 6,1%, e quelli del gas e dell’elettricita’ in rialzo. Secondo gli esperti la frenata di aprile potrebbe rappresentare l’inizio di un picco e questo lascia ben sperare per i mesi futuri che potrebbero mostrare un ulteriore rallentamento, dovuto a una diminuzione degli effetti delle guerra e dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti.

Lascia ben sperare soprattutto il dato sull’inflazione mensile e anche la lettura dell’inflazione annuale dovrebbe iniziare a scendere nei prossimi mesi, se confrontata coi livelli molto elevati dello scorso anno. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden martedi’ ha espresso sostegno agli sforzi della Fed, la quale a marzo ha attuato il suo primo rialzo dei tassi di mezzo punto in più di due decenni. Ulteriori aumenti sono attesi a giugno e luglio, e potenzialmente anche a settembre, con il tasso dei fondi federali dovrebbe raggiungere il 2,7% entro la fine dell’anno.

Tuttavia alcuni funzionari della Fed ritengono che la banca centrale abbia agito con troppo lentezza in risposta alla rapida crescita dell’inflazione dello scorso anno, un ritardo che ora potrebbe costringendola ad agire troppo bruscamente, rallentando fortemente l’economia.

Bce: Lagarde preannuncia rialzo dei tassi a luglio

La presidente della Bce, Christine Lagarde, prennuncia un rialzo dei tassi a luglio. Parlando a Lubiana la presidente della Bce ha detto che l’istituto dovrebbe concludere gli acquisti netti di titoli “all’inizio del terzo trimestre” e ha poi precisato che il primo rialzo dei tassi avverrà “qualche tempo dopo la fine degli acquisti netti. Non abbiamo ancora definito con precisione la nozione di qualche tempo dopo ma sono stata molto chiara che questo potrebbe significare un periodo di poche settimane”. Dopo questo primo rialzo dei tassi, “il processo di normalizzazione sarà graduale” ha rassicurato Lagarde, che ha evocato un cambiamento strutturale dell’inflazione di fronte a fattori strutturali come le strozzature all’offerta che la guerra ha esasperato, ma che rimarranno. E di fronte a questo scenario “è giusto che la politica monetaria torni a un assetto piu’ normale”.

La data più probabile per questa stretta Bce, la prima dopo oltre un decennio, è quella del 21 luglio, quando si riunirà il Consiglio direttivo a Francoforte. L’ultimo rialzo risale infatti al luglio 2011. Un rialzo a luglio era stato auspicato martedì scorso dal governatore della Bundesbank, Joachim Nagel. “Con l’inflazione che continua a correre a livelli alti, dobbiamo agire”, ha detto Nagel durante un discorso tenuto a Eltville, in Germania, anticipando di aspettarsi che a fine giugno termineranno gli acquisti netti di bond e che spingerà “per un primo passo nella normalizzazione dei tassi d’interesse della Bce a luglio”.

“La normalizzazione della politica monetaria si sta facendo più urgente” e dunque “occorre agire per difendere la stabilità dei prezzi”, ha affermato ieri Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Bce, tenendo un discorso a Vienna. I mercati stanno prezzando tre rialzi nel 2022 e altri quattro nel 2023: il primo, quello di luglio, farebbe passare il costo del denaro da -0.5% a -0.25%, per poi avere gli altri rialzi di 25 punti base l’8 settembre e il 15 dicembre.

Mortier (Amundi): l’euro toccherà la parità con il dollaro quest’anno

Vincent Mortier, chief investment officer della francese Amundi, il primo asset manager d’Europa, scommette che l’euro toccherà la parità col dollaro quest’anno, perche’ la crescente minaccia di recessione impedirà alla Bce di alzare i tassi sopra lo zero. Secondo il top manager la Bce darà la priorità al contenimento dei costi di indebitamento dei governi rispetto alla lotta all’inflazione.

E questo spingerà i tassi della banca centrale europea parecchjio indietro rispetto a quelli Usa, portando un euroa valere un dollaro per la prima volta dal 2002. “Avremo una crescita rallentata, o probabilmente una recessione nell’Eurozona – dice Mortier intervistato dal Financial Times – e vedremo l’euro alla pari col dollaro entro sei mesi”.

Negli ultimi sei mesi l’euro ha parso il 10% sul biglietto verde. La Fed ha già rialzato i propri i tassi due volte quest’anno, aumentandoli dello 0,75% e si muoverà ancora più aggressivamente nei prossimi mesi, mentre la Bce probabilmente rialzerà per la prima volta dal 2011 i tassi il prossimo luglio.

“Pensiamo che la Bce riporterà il tasso di deposito a zero e questo è tutto” dice Mortier. “Nel frattempo la Fed avrà fatto molto di più. Se la Bce fosse concentrata solo sull’inflazione, allora dovrebbe rialzarli dell’1,5 per cento. Ma non lo è”.

Secondo Mortier, il mandato ufficiale della Bce – quello di mantenere l’inflazione vicino al 2 per cento – è diventata in effetti la terza priorità e viene dopo quella di preservare “l’integrità della zona euro” e dopo quella di sostenere la crescita economica, che vacilla per colpa dell’invasione russa dell’Ucraina. 

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