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Montagna sempre più pericolosa, 504 le vittime nel 2022 

Mar 16, 2023

AGI – Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha reso noto il rapporto dell’attività di soccorso riferita al 2022. In sensibile rialzo è il dato dei decessi avvenuti in ambiente montano, +13,5% rispetto all’anno precedente per un totale di 504 vittime. In aumento anche le missioni di soccorso, +9,8% per un totale di 10.367. Le persone soccorse sono state 10.125 e quelle ferite 5.823.

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che sul territorio nazionale opera con 7.000 operatori altamente specializzati, effettua soccorsi tecnici e sanitari in ambiente montano, in grotta e in ambienti impervi.Tra i fattori che portano a richiedere l’intervento, caduta/scivolata (45,9% degli interventi), incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e malore (13,7%). Solo il 3,7% sono stati i soccorsi dovuti al maltempo.

Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti sono, l’escursionismo (50,2% dei casi), la mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita di anno in anno negli ultimi 5 anni), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%). Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). Le persone recuperate ferite in modo leggero sono state 4.297, quelle in maniera grave 1.298, e quelle con compromesse funzioni vitali 228.

Come riporta il report annuale, “l’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto”. L’84,7% dei soccorsi hanno interessato cittadini italiani, il 6,1% tedeschi e 1,1% francesi.

Dei 10.367 interventi, la ripartizione su base territoriale vede al primo posto di questa statistica il Piemonte con il 20,2%, seguito da Lombardia con 14,2%, Trentino con il 13,3%, Alto Adige con 11,5% e Veneto con 11,4. Meno dell’1% di interventi in Basilicata, Calabria, Molise e Puglia.

Dopo un biennio caratterizzato dall’assenza di maxi-emergenze – ovviamente c’era quella legata al Covid-19 – l’operazione del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico più significativa del 2022 è stata quella legata alla tragedia del 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada quando lo slittamento del grosso seracco sommitale ha creato una valanga di ghiaccio e roccia che ha causato il decesso di 11 persone (di cui due guide alpine) ed il ferimento di 8. Dopo la Marmolada sono seguiti interventi importanti nelle Marche e sull’Isola di Ischia.

 “La montagna è un ambiente straordinario dove svolgere attività all’aperto ma, anche quest’anno, ci troviamo a condividere numeri che confermano il trend in aumento di incidenti che abbiamo già constatato negli anni scorsi – dice il presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Maurizio Dellantonio –. L’aumento delle temperature nelle grandi aree urbane spinge sempre più persone ad avvicinarsi alla montagna e alle relative attività in quota, questo comporta che molti degli infortunati spesso si trovano alle prime esperienze di attività outdoor in media e alta montagna”. Infine, Dellantonio lancia un appello, “bisogna vivere la montagna con prudenza, serve documentarsi in maniera approfondita, scegliere con attenzione le attività in base alla propria esperienza e alle proprie competenze e, soprattutto, saper rinunciare”.

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