• 24 Novembre 2024 0:16

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Molto prima dei vaccini anticovid, anche altri esseri viventi scambiavano messaggi usando l’Rna

Feb 28, 2024

Molto ho scritto su queste pagine circa il fatto che, con l’avvento dei vaccini a mRNA, è come se avessimo iniziato a “parlare” direttamente con le cellule del nostro corpo, impartendo un comando scritto nella lingua delle basi nucleotidiche. Quello che l’uomo sviluppa grazie alle proprie capacità culturali e specificamente per mezzo della ricerca scientifica, tuttavia, è molto spesso già presente in natura; e questo modo di comunicare per mezzo di messaggi di RNA scritti in “lingua nucleotidica” è infatti già diffuso in organismi antichissimi, come ha definitivamente dimostrato uno studio recente appena pubblicato sui prestigiosi Proceedings of the National Academy of Sciences

Un gruppo di ricercatori di diverse nazioni ha dimostrato che, attraverso piccole vescicole grasse simili ai liposomi in cui sono incapsulati i vaccini a mRNA, alcuni microbi che prosperano in ambienti estremamente salati come il Mar Morto, noti come archaea alofili o haloarchaea, scambiano fra i singoli individui che compongono grandi colonie specifiche molecole di RNA. In particolare, gli RNA scambiati hanno funzione regolatoria, ovvero impartiscono “ordini” precisi alle cellule che ricevono le vescicole che li contengono, così che il comportamento biochimico di un’intera colonia può essere regolato attraverso lo scambio di “parole” di RNA fra tutte le cellule componenti.

Quando, per esempio, vi è una certa risorsa alimentare disponibile in maniera abbondante, le cellule che per prime vi hanno accesso possono inviare un messaggio a RNA a tutte le altre della colonia, che si preparano a processare quella fonte di cibo in tempo utile per massimizzare i benefici; allo stesso modo, quando una sostanza dannosa che richiede adattamenti di resistenza è individuata ad un’estremità della colonia, altre molecole di RNA possono essere usate per “lanciare l’allerta” e indurre i necessari adattamenti nelle cellule non ancora esposte al pericolo.

Il modo in cui le vescicole lipidiche che contengono i diversi “messaggi” di RNA sono preparate è risultato essere simile a quello che si osserva in cellule molto più complesse, quali le nostre, e dipende da una classe di proteine chiamate GTPasi; è straordinario che il processo di formazione delle vescicole sia già diretto con lo stesso meccanismo in organismi così antichi, e questo risultato implica che la comunicazione cellulare che avviene attraverso lo scambio di sequenze di RNA è molto antica e potrebbe essere diffusa in tutto l’albero della vitacertamente è presente per esempio nei mammiferi.

La lingua chimica scritta nei polimeri di acidi nucleici è antichissima, e non è limitata alla specifica delle istruzioni per replicare un essere vivente: è infatti sempre più chiaro come le cellule la usino per comunicare fra loro in circostanze diverse, adattando il messaggio chimico che rilasciano alle specifiche caratteristiche ambientali che si trovano ad affrontare, per favorire la cooperazione sociale fra altre cellule simili. Non importa se il sostrato sia un pezzo di RNA o una sequenza di lettere su questa pagina: la comunicazione, sempre di più, appare come un tratto darwinianamente selezionato fin dai primordi della vita su questo pianeta.

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