Il tribunale del Riesame di Trani ha annullato i decreti di sequestro probatorio, ordinando l’immediata restituzione di denaro e documenti, nell’ambito dell’inchiesta su presunti appalti irregolari a Molfetta nella quale sono coinvolte 23 persone, tra le quali il sindaco Tommaso Minervini, l’assessore comunale ai Lavori pubblici Mariano Caputo, funzionari e dirigenti del Comune e imprenditori. Accogliendo l’istanza dei difensori di dieci indagati, gli avvocati Felice Petruzzella, Rinaldo Alvisi, Leonardo Cioce e Michele Inchingolo che avevano impugnato i provvedimenti per “genericità e indeterminatezza delle accuse”.
Molfetta, inchiesta sugli appalti: indagato il sindaco Minervini
di Chiara Spagnolo 05 Novembre 2020


I giudici hanno disposto il dissequestro di denaro (a casa dell’assessore Caputo, per esempio, erano stati trovati 35mila euro in contanti), documenti, computer, chiavette usb e telefoni cellulari, comprese le copie forensi di tutto il materiale digitale sottoposto a sequestro.
L’inchiesta riguarda presunte turbative d’asta relative a lavori di rifacimento di piazza Aldo Moro, interventi alla sede della ex cementeria e servizio di monitoraggio delle acque del porto. Secondo la Procura di Trani tra luglio 2018 e agosto 2020 il Comune avrebbe proceduto indebitamente agli affidamenti diretti senza fare le gare, favorendo imprenditori “amici”. In cambio l’assessore Caputo, è l’ipotesi degli inquirenti, avrebbe ottenuto lavori nella struttura balneare di cui è socio. I reati, a vario titolo contestati, sono turbativa d’asta, corruzione e peculato.