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Milano, rivolta contro i padroni dei cani: “Città sempre più sporca, lezioni nei parchi per insegnare il rispetto”

Apr 27, 2017

Padroni maleducati, marciapiedi e giardini sempre più sporchi. Il problema degli escrementi dei cani che non vengono raccolti è sempre più sentito da cittadini e residenti. Ai municipi arrivano continue segnalazioni: dal Parco delle Cave allo Stadera, passando per i giardini Ramelli e via Valsesia. E all’Amsa sono decine le telefonate che chiedono interventi: una ogni tre giorni quelle arrivate dall’inizio dell’anno, in crescita rispetto ai primi mesi del 2016.

La colpa è prima di tutto di chi non raccoglie, spiegano dai municipi: “Le segnalazioni arrivano, ma non dipende dai servizi del Comune che puliscono regolarmente – spiega Santo Minniti, presidente del Municipio 6 – Dipende dai proprietari dei cani che purtroppo a volte sono incivili. Noi siamo il municipio con la maggior dotazione di aree cani e lo scorso anno abbiamo inserito cartelli di sensibilizzazione in buona parte dei parchi”. A volte però le aree cani stesse sono un problema: sia quando non ci sono sia quando sono poco attrezzate. “Dovrebbero essere pulite con maggiore frequenza – dice Gianluca Boari, consigliere di municipio 3 della Lega Nord – . Le aree cani sono ormai in un numero adeguato al territorio, ma potrebbero essere realizzate in più in aree problematiche per frequentazioni, dove possono costituire un presidio anti-degrado. Penso ad esempio a Piazza Gobetti, largo Gemito, Viale delle Rimembranze di Lambrate e una in più in Via Benedetto Marcello e Via Cima. La nuova area cani di Via Pitteri andrebbe invece meglio illuminata, stessa cosa per quelle di Piazzale Gorini”.

C’è anche chi la mette in politica, considerato il diverso colore di alcune giunte municipali rispetto a quella comunale: “Per le aree cani ci vuole un lavoro continuo e paziente per sensibilizzare i padroni – dice Lorenzo Zacchetti, consigliere di municipio 7 del partito democratico – L’oggettivo peggioramento a cui si assiste in città è dovuto al fatto che prima noi rappresentanti delle zone lavoravamo a stretto contatto con l’assessore al verde e con grande attenzione a questi temi. Adesso ognuno va un po’ per conto suo e i municipi governati dal centrodestra scaricano le responsabilità sul Comune, cosa che non è mai foriera di buoni risultati”.

Per chi non si occupa di pulire quello che lasciano i propri cani le multe sono salate e possono arrivare fino a 140 euro. “Stiamo sollecitando Amsa ad intensificare gli interventi – dice Marco Bestetti presidente di municipio 7 – stiamo lavorando per coinvolgere di più le guardie ecologiche per aumentare i controlli e sanzionare i trasgressori”. Stesso ragionamento di Samuele Piscina, municipio 2: “Finché non ci saranno agenti della locale e le guardie ecologiche a fare più multe, sarà difficile contrastare questo brutto vizio”.

Tuttavia è molto difficile riuscire a sanzionare chi contravviene le regole che riguardano la pulizia delle strade: da gennaio gli agenti accertatori di Amsa, che come i vigili e le guardie ecologiche possono fare i controlli e le multe a chi è colto sul fatto o è sprovvisto dei sacchetti per pulire, hanno fatto circa 80 controlli ma non hanno multato nessuno. In media, solo un controllo ogni 180 porta a staccare un verbale. Meno di cento, invece, quelli fatti dai vigili nel 2016.

Le soluzioni al problema, quindi, si cercano in altre direzioni. Dalla

sperimentazione di bici elettriche per gli spazzini che Amsa presto lancerà per consentire pulizie più rapide sui marciapiedi e in strade strette, alla sensibilizzazione attraverso corsi educativi per i padroni. “A breve ne organizzeremo alcuni con associazioni cinofile – dice Giuseppe Lardieri, presidente di municipio 9 – appuntamenti aperti a tutti, nei parchi, per far capire che lasciare gli escrementi a terra è anche un rischio sanitario per i cani stessi”.

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