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Milano, primo giorno di scuola in Consiglio: inizia l’era Sala. Prima bagarre in aula

Lug 7, 2016

Un minuto di silenzio per le vittime italiane della strage di Dacca e per il 36enne nigeriano Emmanuel Chidi Namdi ucciso da un estremista di destra a Fermo, nelle Marche. Si apre così la prima seduta del Consiglio comunale di Milano a guida Giuseppe Sala, presieduta temporaneamente da Beatrice Uguccioni, la consigliera più ‘anziana’, come vuole la prassi. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della strage di Dacca e per il cittadino nigeriano ucciso a Fermo.

In aula, oltre al sindaco e agli assessori, sono presenti 46 consiglieri su 48, tra cui la coordinatrice di Forza Italia per la Lombardia Mariastella Gelmini, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, gli ex antagonisti di Sala Gianluca Corrado e Patrizia Bedori, entrambi M5S, e Stefano Parisi (centrodestra), seduti nei banchi dell’opposizione, mentre tra quelli della maggioranza, tra gli altri Milly Moratti, la responsabile culturale del Caim Sumaya Abdel Qader, la prima cosmogonia con il velo islamico nella storia dell’assemblea cittadina e Paolo Limonta.

In Consiglio, subito dopo l’omaggio alle vittime di Dacca, si è aperta una lunga schermaglia sullla questione della presunta ineleggibilità a sindaco di Giuseppe Sala, sollevata in campagna elettorale dal settimanale Panorama. L’opposizione ha aperto i lavori presentando un reclamo e una istanza “per la non convalida dell’elezione a sindaco di Giuseppe Sala”, firmata dai consiglieri di Forza Italia a cui ha aderito politicamente anche la Lega Nord. Ad illustrarla in aula il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Comazzi. “Riteniamo che Sala non abbia mai di fatto cessato le sue cariche di commissario unico di Expo e di amministratore della società Expo spa”. Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Gianluca Corrado, che aveva già presentato ricorso poi bocciato per la presunta ineleggibilità di Sala: “La questione va posta per ragioni di legalità – ha spiegato – e non di maggioranza e opposizione. È fondamentale chiarire questo punto, cioè se le dimissioni sono state date in difetto da quello che è il dettato legislativo”. In conclusione la convalida degli eletti di è stata votata in assenza dei consiglieri del centrodestra. La delibera ha ottenuto 28 voti a favore della maggioranza e tre astensioni da parte dei consiglieri di M5S. Il centrodestra al momento del voto ha lasciato l’aula per protesta.

Superata la prima bagarre sulla questione dell’ineleggibilità di Sala, il Consiglio ha eletto il suo nuovo presidente. E’ Lamberto Bertolè, candidato del centrosinistra che si è imposto con 30 voti alla terza votazione (Nelle prime due tornate serve una maggioranza dei due terzi dei consiglieri). La candidata del centrodestra Laura Molteni ha ottenuto 12 voti, tre le schede bianche, tre le nulle. A conclusione della seduta Beppe Sala ha presentato al Consiglio gli assessori della nuova giunta. Per il discorso di programma invece bisogna attendere fino a lunedì.

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E mentre consiglieri

e assessori si insediavano nell’aula di Palazzo Marino per la prima seduta, fuori gruppi di cittadini si sono dati appuntamento per inscenare una protesta. I mezzi dei carabinieri sono in via Case Rotte e davanti al palazzo del Comune è stata disposta una doppia fila di transenne per la manifestazione dei centri sociali. In piazza Scala per il momento sono presenti una mezza dozzina di persone in presidio dietro uno striscione del “Movimento diritti disoccupati”.

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