Pene dimezzate. Dai 30 anni inflitti in primo grado per entrambi, con la sentenza d’appello si scende a 15 anni per Gaetano Teofilo e a 14 per il figlio Mattia, rei confessi per l’omicidio del vicino di casa Stefano Epis, compiuto a Milano il 13 marzo 2015. Padre e figlio infierirono sulla loro vittima con coltellate e colpi di martello. In primo grado, il giudice contestò agli imputati l’aggravante dei futili motivi, descrivendo in sentenza l’assassinio come fu “un’azione di mattanza caratterizzata da uno strisciante senso di disprezzo“.
Diversa la valutazione della prima sezione della Corte d’Assise d’appello, che ha ritenuto di non contestare la pesantissima aggravante. “I miei assistiti erano esasperati dalle condotte di Epis”, dice l’avvocato Robert Ranieli, che rappresenta sia Gaetano sia Mattia Teofilo. “Per Mattia chiedevamo l’assoluzione, ma è comunque un importante riconoscimento. L’omicidio è stato commesso per esasperazione e la corte lo ha riconosciuto”.
Il processo in primo grado fu celebrato con rito abbreviato, a seguito dell’inchiesta condotta dalla squadra mobile e coordinata dal pm Maria Letizia Mocciaro. In appello è stata la stessa procura generale a chiedere una riduzione di pena rispetto ai 30 anni inflitti dal giudice per l’udienza preliminare Valerio Natale. Sin dall’inizio del processo, i due imputati avevano descritto come “insopportabili e provocatori” i comportamenti di Stefano Epis, ex tossicodipendente in cura presso il Sert e pesantemente malato. Secondo quanto ricostruito nel processo, Epis avrebbe avuto pessimi rapporti anche con gli altri condomini dello stabile in via Gonin, in zona Lorenteggio, in cui abitavano anche i Teofilo.
Con diversi vicini di casa, peraltro, Epis aveva in corso procedimenti penali. Per quanto riguarda i rapporti con la famiglia Teofilo, Epis era solito lamentarsi del fatto che dal loro appartamento provenivano rumori, provocati soprattutto da un bambino che viveva in casa. Per questo, a partire da circa tre anni prima di essere ucciso, Epis avrebbe a più riprese minacciato Mattia Tofilo, ai tempi in cui ancora era minorenne. E sarebbe proprio in seguito all’ennesima lite condominiale che Gaetano e Mattia Teofilo il 13 marzo 2015 avrebbero deciso di ucciderlo.
Inizialmente, il 46enne Gaetano confessò l’omicidio, sostenendo
però di averlo commesso da solo, nel tentativo di scagionare il figlio, appena diciottenne. Ma fu proprio Mattia a volere rendere spontanee dichiarazioni alla polizia, chiarendo il proprio ruolo nella vicenda. Dopo l’ennesima lite condominiale, Mattia avrebbe seguito il padre fino alla porta di casa di Epis. Gaetano brandiva un martello, Mattia teneva nascosto in tasca un coltello serramanico. Entrambi colpirono più volte la vittima al capo, al torace e all’addome.