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Milano, locali non adeguati: parte l’ordine di chiusura per tre centri di culto

Mar 11, 2017

Arrivano i primi provvedimenti contro le comunità religiose che si trovano a pregare in spazi irregolari a norma della legge regionale antimoschee. La settimana scorsa era toccato a due comunità evangeliche, ieri all’associazione islamica di Sri Lanka, che ha sede in via Fàa di Bruno, a Calvairate. Canta vittoria il presidente leghista del Municipio 4, Guido Bassi, che chiamando in causa la legge sul “Piano delle attrezzature religiose” è riuscito ad ottenere dalla Direzione centrale sviluppo del territorio (assessorato all’Urbanistica) “un ordine di ripristino della destinazione originaria dei locali interrati impropriamente usati come moschea”. In pratica, i fedeli cingalesi devono riportare i locali che hanno in affitto alla funzione originaria di magazzino e non usarli più come luogo di preghiera.

Dal Comune, la vicesindaca Anna Scavuzzo si dice preoccupata: “Capisco le ragioni di insicurezza, ma questa persecuzione nei confronti di chi prega in spazi non a norma, rischia di alzare la tensione con le comunità che si occupano di religione e spiritualità; non mi sembra mai bello e non esulto, quando si impedisce alle persone di praticare la propria fede e di pregare”, sottolinea, precisando che col collega Pierfrancesco Maran “adesso esamineremo le carte e valuteremo il da farsi perché vietare la preghiera rischia di aumentare il radicalismo religioso”.

Grande soddisfazione invece nel Municipio 4: “Siamo molto soddisfatti per questo risultato. In campagna elettorale avevamo promesso che ci saremmo impegnati al massimo per affrontare questo palese abuso, sul quale i nostri predecessori di centrosinistra avevano invece chiuso entrambi gli occhi”. Protesta il Caim, coordinamento delle moschee di Milano. “Abbiamo altri contenziosi aperti con l’amministrazione per problemi legati a spazi usati anche per pregare, oltre che per fini culturali. Il problema è che anche volendosi mettere in regola, secondo la nuova legge, l’iter è così lungo che ci possono volere anni – spiega Omar Jibril -. In pratica ci stanno vietando il diritto di culto previsto dalla Costituzione”.

Facile prevedere che adesso partirà un ricorso e ci sarà una nuova guerra legale com’è già in corso anche per altre moschee come quella di via Cavalcanti, dietro alla Stazione centrale, dove si ritrovano i cittadini del Bangladesh. Il presidente del Municipio 4 replica: “Nessuno vuole ledere alcun diritto di culto, ma solo riaffermare che un abuso è un abuso. Se ci sono delle regole, queste devono valere per tutti”.

Intanto il Comune ha aderito al bando Sprar per l’accoglienza ai minori stranieri non accompagnati che garantirà 4 milioni all’anno (rinnovabili per tre anni) per creare 150 posti nelle comunità che si occupano di giovanissimi richiedenti asilo che arrivano soli in città, come si fa già in via Zendrini, nel centro dell’Albero

della vita e di Progetto Arca. Entro il 31 marzo verrà presentato un progetto a favore di ragazzi e ragazze di varie tipologie e con diverse problematiche. L’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino è contento: “Quello dei minori soli è un fenomeno in crescita che così riusciremo a gestire meglio, contando solo sulle risorse statali e risparmiando fondi comunali, che destineremo ad altre priorità ed emergenze sociali”.

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