MILANO – La settimana dei mercati parte ancora all’insegna dell’ottimismo, ma Piazza Affari viene travolta dall’incertezza delle sue banche e in particolare del Monte dei Paschi e gira in negativo: Milano, che aveva aperto in rialzo con gli altri listini Ue, segna un calo dell’1%. Misti gli altri: Londra sale dello 0,3%, Parigi e Francoforte sono poco sotto la parità.
A Piazza Affari il comparto bancario rimane dunque sotto i riflettori. Come ricostruito su Repubblica in edicola, la Bce ha chiesto al Monte dei Paschi un piano per sgravare il bilancio di 10 miliardi di sofferenze lorde (su un ammontare di 27 miliardi) nell’arco dei prossimi tre anni, con una lettera inviata alla vigilia del referendum sulla Brexit che genera oggi vendite in Borsa. Ulteriore pepe sul management senese, che ha quindi la vigilanza europea pronta a incalzare sulla pulizia di bilancio e nel breve termine attende i risultati degli stress test dell’Eba (in pubblicazione a fine mese), che potrebbero sollevare ulteriori dubbi sulla capitalizzazione dell’istituto in caso di scenari avversi. La partita bancaria prosegue intanto a livello governativo, con un incontro previsto tra i vertici del Tesoro, soci e rappresentanti del fondo Atlante: c’è da capire quale spazio ci sia per iniettare nuove risorse nel veicolo costituito ad hoc per garantire gli aumenti di capitale difficili e creare un mercato dei crediti difficili, per i quali necessità però di capitali aggiuntivi. Il Financial Times dipinge oggi una situazione tesa, per la quale l’Italia sarebbe pronta ad andare avanti da sola e a rafforzare il sistema bancario domestico, in assenza di un accordo con la Ue per trovare una via in accordo con le regole comunitarie ma senza far scattare il coinvolgimento di azionisti e obbligazionisti.
Al di là della vicenda domestica, sui mercati nel complesso tiene banco la promessa di intervento dei banchieri centrali continua a suggerire gli acquisti nelle sale operative. Con un movimento anomalo, che testimonia quanto il rimbalzo sia legato all’abbondanza di liquidità presente sui mercati e alla prospettiva di averne dell’altra a disposizione, nelle ultime quattro sedute (dopo le due di shock a seguito della Brexit) tutte le classi di investimento sono risalite, dalle azioni alle obbligazioni, passando per materie prime e beni rifugio. L’esito di queste rassicurazioni è che la scorsa settimana, a distanza di poche ore dal voto-shock, le azioni globali hanno risposto con la miglior sequenza di rialzi degli ultimi quattro mesi. “Nonostante la prospettiva di nuova liquidità dai governatori abbia aiutato a calmare i mercati”, dice lo strategist Nicholas Teo a Bloomberg, nelle sale operative “c’è ancora moltissima incertezza. Con la Cina in rallentamento, la ripresa Usa incerta e un divorzio disordinato tra la Ue e il Regno Unito, la volatilità resterà altissima“.
Lo spread tra Btp e Bund è stabile in avvio di giornata: segna 135,1 punti base contro i 135 della chiusura di venerdì. Il rendimento del titolo decennale italiano è all’1,22%. Poco mosso anche l’euro sul dollaro: all’apertura dei principali mercati valutari del Vecchio continente la moneta unica europea viene scambiata con il biglietto verde a 1,1133. La sterlina, reduce da un giugno da -8% (peggior mese dal 2008) si è un po’ risollevata (poco sotto 1,33 dollari) con la suggestione del ministro delle Finanze, George Osborne, di abbassare le imposte sulle imprese per tenere l’economia Uk in linea di galleggiamento mentre la politica organizza l’uscita dalla Ue.
L’agenda di giornata è piuttosto scarica, anche in considerazione del fatto che negli Stati Uniti si celebra l’Independence Day che tiene i mercati fermi. In assenza dell’operatività americana, un po’ su tutti i listini globali gli scambi ne risentono con volumi ridotti. In Europa si guarda all’indice Sentix con la fiducia degli investitori, ma è ovviamente la lunga coda di Brexit a tenere banco: il governatore della Bank of England, Mark Carney, sostiene che ‘le prospettive economiche sono peggiorate’ e che il consiglio della Banca inglese di domani prenderà ‘le iniziative necessarie a sostegno della stabilita del paese”. Il dato principe dell’ottava è il rapporto sull’occupazione Usa, ma dopo il voto britannico gli analisti non credono che la Fed rialzerà i tassi durante il 2016, anche a fronte di una crescita domestica stabile (la settimana dei mercati).
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha sfruttato una pausa dell’apprezzamento dello yen e ha chiuso con il Nikkei in aumento dello 0,60%, in guadagno di 92 punti a quota 15.775.80. La divisa nipponica si è mantenuta stabile a quota 102,75 contro il dollaro. Wall Street, come detto oggi chiusa, è reduce dalla quarta seduta di fila di rialzi, che ha permesso al Dow Jones e all’S&P 500 di archiviare la migliore settimana del 2016 con guadagni di oltre il 3%. Tra le materie prime, il petrolio prosegue in rialzo: il Wti è quotato a 49,31 dollari, mentre il barile di Brent a 50,67 (entrambi a +0,6% circa). Quotazioni dell’oro in rialzo sui mercati asiatici: il metallo prezioso, bene rifugio dopo il voto sulla Brexit, guadagna lo 0,8% a 1.351,6 dollari l’oncia. Rally anche per l’argento, che è arrivato a sfondare i 21 dollari l’oncia con un rialzo del 7%, il maggior balzo dal 2014, prima di ritracciare leggermente.