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Migranti, stipati in quaranta dentro i furgoni: liberati dalla polizia, una ventina gli arresti

Gen 30, 2017

Stipati in quaranta dentro un furgone diretto a Ventimiglia, il confine ‘caldo’ per i migranti, quello che i profughi tentano di valicare per arrivare nel Nord Europa. “Come carne da macello”, dice adesso chi li ha salvati. In piedi, ammassati gli uni agli altri, con il portellone chiuso dall’esterno con un lucchetto, per evitare fughe. Le polizia ha intercettato il mezzo prima che arrivasse a destinazione. All’apertura del vano posteriore, la scoperta delle condizioni disumane di trasporto: tutti i profughi, tra loro anche ragazzi di neanche 18 anni, si trovavano in una situazione di grave difficoltà, trattati come cose e non persone.

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“Avevano difficoltà a respirare” hanno raccontato gli autori delle indagini che hanno portato all’emissione di 34 ordinanze di custodia cautelare (18 eseguite) per questo e per chissà quanti altri trasporti di esseri umani. L’accusa è traffico di migranti, in carcere sono finiti egiziani, afghani, albanesi, sudanesi, tunisini. Ma nell’organizzazione – che aveva il suo baricentro a Milano – c’erano anche italiani.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini, ha documentato 62 viaggi in cui i migranti, tra loro anche minori, sono stati trasportati in camion o nei bagagliai delle auto, piegati su se stessi, senza possibilità di muoversi per molte ore. Gli arrestati, “sono una goccia nel mare rispetto alla facilità con cui oggi personaggi senza scrupoli si muovono nei confronti di persone che lasciano le proprie terre per ragioni di guerra o di disagio e che affrontano un viaggio del dolore con la speranza di trovare un mondo migliore”.

La banda è accusata di avere organizzato viaggi “del dolore” – così li definisce Boccassini – dalla Sicilia al confine

francese. Itinerari che, nella loro versione ‘completa’ costavano dai 500 ai mille euro, più il denaro pagato per muoversi dal Paese d’origine. Una volta attraversata in treno l’Italia, le persone raggiungevano Ventimiglia e “qui iniziava la seconda fase del viaggio – spiega ancora Boccassini -: i migranti viaggiavano in camion chiusi da un lucchetto. Sono diversi gli interventi che abbiamo fatto: in un caso viaggiavano ammassati in 41”.

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