Sindaco di Lampedusa: “Migranti vanno fatti sbarcare” – “La nave Mare Jonio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”. Lo ha dichiarato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello. “Mi chiedo però – ha aggiunto il sindaco – perché il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza”. “Chi non rispetta le regole e arriva come vuole – ha concluso – viene fatto entrare, chi rispetta le regole viene bloccato. A Lampedusa gli sbarchi non sono mai finiti. Arrivano nel silenzio. Piccole barche con motori fuori bordo con una ventina di persone alla volta. Ma Lampedusa non viene mai nominata…”.
Salvini: “Il Viminale non indica il porto di sbarco” – Il Viminale “non indica nessun porto” di sbarco per la nave, “non sbarcheranno in Italia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini a SkyNews24. “Io dico di no: se qualcun altro fa altre scelte lo vedremo, ma siccome la responsabilità è mia, curando, soccorrendo, dando da bere e da mangiare, perché ogni vita è sacra, però gli italiani per fessi non ci passano: questo è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Per Salvini, “si tutela la buona salute di tutti, ma uno sbarco sarebbe un precedente pericoloso: rischieremmo di alimentare il business che per gli scafisti rendeva più del traffico di droga”. Secondo Salvini, “chi favoreggia l’immigrazione clandestina ha sulla coscienza il rischio di ritrasformare il Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto”.
Di Maio: “Non sarà un nuovo caso Diciotti” – “Il governo è già al lavoro in queste ore. Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, perché i salvataggi e le vite umane sono la nostra priorità. Questa Ong da quello che sembra, ancora una volta, non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana e questo può essere un modo per far rispettare meglio le regole”. Così il vicepremier Luigi Di Maio a “Radio anch’io”.