La Guardia costiera libica a quel punto ha inviato i soccorsi ed il personale dell’Onu si è mobilitato da terra, pronto a fornire assistenza sanitaria ai migranti che saranno tratti in salvo, una volta sbarcati. In precedenza Alarm Phone aveva riferito che un’imbarcazione con una sessantina migranti a bordo, partita alcuni giorni fa dalla Libia, era in difficoltà da oltre 24 ore nel Mediterraneo centrale. La rete di attivisti aveva perso i contatti con i naufraghi ieri sera, dopo la prima segnalazione di pericolo, ma stamane è riuscita a parlare nuovamente con i migranti.
La richiesta di aiuto è stata pressante, perché i profughi hanno iniziato ad imbarcare acqua e diverse persone, inclusi bambini, sono cadute in mare, ha riferito Alarm Phone, che ha allertato la Guardia Costiera italiana, libica e francese, le forze armate maltesi e la missione europea Eunavformed. Circa 20.000 uomini, donne e bambini sono sbarcati sulle coste del Mediterraneo dal 16 agosto al 20 settembre, secondo le stime dell’Oim: una media di oltre 600 persone al giorno, la più alta dell’anno.
Allo stesso tempo, gli arrivi in Europa dal Nord Africa sono calati del 20% rispetto al 2018, grazie ai maggiori controlli alla partenza e dei pattugliamenti in mare. La fine dell’estate, tuttavia, non ha scoraggiato i migranti. Al massimo si scelgono altri percorsi, possibilmente più pericolosi, come la rotta lungo la costa atlantica, verso la Spagna. Gli ultimi a farne le spese sono stati sette marocchini, trovati morti al largo di Casablanca dopo che il loro gommone si è capovolto. Dal Marocco si fugge anche via terra: le autorità locali, da gennaio a settembre, hanno fermato 75mila persone che tentavano l’ingresso in Spagna attraverso le enclave di Ceuta e Melilla.