E ‘andato giu’ poco prima che arrivassero i soccorsi. “Il gommone ha iniziato a sgonfiarsi, le persone sono andate nel panico, qualcuno mi ha spinto facendomi cadere in acqua”. E’ un ragazzo del Camerun a raccontare all’equipaggio della nave Aquarius di Sos Mediterranéele tragiche fasi dell’affondamento del gommone costato la vita a tre giovani donne e ad almeno una ventina di dispersi, tra cui diversi bambini, secondo le testimonianze degli 83 superstiti presi a bordo.
Due donne, recuperate in fin di vita con i loro bambini, sono morte a bordo della nave. Il team di Medici senza frontiere ha tentato l’impossibile per salvarle ma non ce l’hanno fatta, una terza è morta questa mattina all’ospedale di Sfax dove era stata trasportata d’urgenza insieme a sei bambini in gravi condizioni con i polmoni pieni d’acqua.
“La scena era devastante – racconta uno dei medici del team – arrivavano a bordo molti casi gravissimi, uno dietro l’altro, persone incoscienti e che non respiravano piu”. “Abbiamo affrontato un salvataggio molto critico – conferma Klaus Merkle, capo delle operazioni a bordo della Aquarius – quando i nostri mezzi sono arrivati il gommone era già sgonfio da un lato e c’erano persone in acqua. Alcuni avevano già perso conoscenza quando sono stati recuperati”.
Per la Aquarius quella di ieri è stata una giornata durissima. La nave è arrivata a questo salvataggio dopo essere stata allontanata dalla Guardia costiera libica quando ormai si trovava a soli cento metri da un altro gommone in difficoltà. “È stato terribile – racconta il team – sentivamo le grida d’aiuto ma non ci è stato permesso di intervenire”.
Ottocento le persone complessivamente salvate nelle ultime 24 ore in cinque diverse operazioni di soccorso nel Mediterraneo. In 330, a bordo di una nave militare spagnola, sono già diretti verso il porto di Pozzallo.