• 20 Aprile 2024 13:18

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Migliora l’attrattività dell’Italia sulle energie rinnovabili

Ott 20, 2021

AGI – Lo sviluppo di energie rinnovabili sta attraversando un momento di rapida e crescita. La 58esma edizione del report EY Renewable Energy Country Attractiveness Index (Recai) evidenzia che, nonostante la crisi pandemica, a livello mondiale lo scorso anno gli investimenti in capacità di energia rinnovabile sono cresciuti del 2% mentre le installazioni di capacità rinnovabili sono aumentate del 45% rispetto al 2019, segnalando il tasso di crescita più veloce negli ultimi vent’anni.

Il climate change e le energie rinnovabili sono tra le priorità dell’agenda internazionale in vista della COP26 e dell’agenda europea al fine di accelerare la transizione energetica volta a ridurre le emissioni di carbonio. Sarà tuttavia fondamentale supportare ed espandere lo sviluppo di una rete infrastrutturale in grado di sostenere la transizione globale verso un’economia cosiddetta decarbonizzata. 

La posizione dell’Italia

L’Italia passa dal 15esimo al 13esimo posto nel Recai che classifica 40 Paesi in base all’attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili. Scala dunque due posizioni in classica in meno di sei mesi, consolidando il proprio impegno nella transizione energetica.

“Siamo di fronte a un momento cruciale per accelerare la transizione energetica del Paese” commenta Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transaction Energy Leader “grazie alle risorse del PNRR per il settore green, in particolare per quanto riguarda l’idrogeno verde, e ai progressi legati al mercato dei PPA. Ma per farlo è necessario consolidare e abilitare i driver di breve e lungo periodo in grado di incrementare lo sviluppo di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili”.

Esistono due principali fattori di mercato e di medio periodo che assumono ruoli di rilievo nel mix energetico nazionale. In primo luogo, in termini di capacità produttiva l’Italia si è posta dei target energetici ambiziosi, nonostante gli effetti della pandemia, puntando a raggiungere l’obiettivo di circa 95 GW di capacità installata al 2030, rispetto ai 55 GW di capacità installata finora negli anni passati, a cui si sommano ulteriori 10-15 GW di capacità incrementale al 2030 che dovrebbe essere installata per soddisfare la domanda di energia rinnovabile necessaria per raggiungere l’obiettivo di produzione di idrogeno verde.

La somma dei due fabbisogni suggerisce che nell’arco di 10 anni sarà necessario installare quello che abbiamo installato finora in 20 anni, oltre a sostituire l’attuale capacità in obsolescenza.

Il ruolo del Pnrr

Un altro importante sistema di incentivo sul lungo periodo è dato dalle risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a supporto delle rinnovabili: 4 miliardi di euro per l’incremento di capacità di RES (Renewable Energy Sources) e 1,9 milioni di euro per la produzione di biometano.

A questo si sommano 3,6 miliardi di euro a supporto della produzione di idrogeno verde: la strategia nazionale Idrogeno prevede infatti l’installazione entro il 2030 di 5GW di elettrolizzatori e di coprire il 2% dei consumi finali di energia del nostro Paese con idrogeno verde.

Idrogeno verde che rappresenta una leva fondamentale per contribuire a soddisfare gli obiettivi di zero emissioni. Nonostante la grande abbondanza universale di questo gas, per decenni le difficoltà principali risultavano nell’impiegare adeguati processi tecnologici per produrre idrogeno verde, dunque a basso impatto ambientale, con prezzi contenuti.

Sono 5 i fattori chiave che possono dunque accelerare l’adozione dell’idrogeno verde in Italia come nel resto del mondo: in primo luogo, è necessario accelerare la riduzione dei costi partendo da un’evoluzione delle tecniche di produzione e delle economie di scala (le previsioni suggeriscono che ci vorranno circa 10 anni per raggiungere la convergenza dei costi con l’idrogeno grigio).

Risolvere la complessità di collegare grandi punti di produzione con un consumo decentralizzato: per una soluzione nel breve termine occorrerebbe sviluppare delle aree di rifornimento per collegare un fascio di punti di consumo con uno o più punti di produzione, limitando la complessità-

È poi essenziale armonizzare la regolamentazione e gli incentivi in materia di idrogeno verde come realizzato nell’ambito del solare e dell’eolico che hanno raggiunto la grid parity in 20 anni. E ancora, il ruolo degli operatori lungo tutta la catena di approvvigionamento energetico è fondamentale per accelerare le capacità di generazione, stoccaggio e distribuzione.

È importante  mettere in evidenza i benefici dell’idrogeno verde nel raggiungimento di una società decarbonizzata e più sostenibile che potrebbe incentivare i consumatori ad una più rapida adozione di questa energia.

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