AGI – Nuova, l’ennesima, puntata dell’infinita saga di Carlos Ghosn, 69 anni, ex presidente della Nissan brasiliano di origine libanese accusato in Giappone di frode fiscale e protagonista di una rocambolesca fuga da Tokyo per rifugiarsi a Beirut. La sua storia è talmente singolare che è diventata tra l’altro oggetto di una serie tv su Netflix.
È di oggi la notizia che l’ex magnate ha fatto causa alla casa automobilistica giapponese per un oltre un miliardo di dollari. L’azione legale presentata alla Procura della Repubblica presso la Corte di Cassazione del Libano riguarda anche due altre società e oltre 10 individui per averlo estromesso nel 2018 e per aver organizzato il suo arresto per presunti illeciti finanziari, provocando così “danni profondi” alle sue finanze e alla sua reputazione. L’udienza si terrà il 18 settembre prossimo.
Ghosn ritiene colpevole la Nissan di averlo rimosso “illegalmente” dal suo incarico e afferma che le “accuse gravi e delicate” contro di lui “rimarranno nella mente della gente per anni”. Non solo, ma nella sua querela, aggiunge che “ne soffrirà” per il resto della sua vita, poiché hanno “un impatto persistente e duraturo, anche se basate su semplici sospetti”. Per questo, chiede 588 milioni di dollari in risarcimenti e costi persi, oltre a 500 milioni di dollari in misure punitive.
L’imprenditore si trova in LIbano dal 2019, dopo essere fuggito da Tokyo dove era sotto processo per reati finanziari. La fuga – riuscita nascondendosi nella custodia di un grande strumento musicale che suoi complici avevano trasportato a bordo di un jet privato – aveva suscitato scalpore internazionale, specialmente in Giappone e in Francia, paesi protagonisti dello scontro di potere che dallo scorso anno interessa Renault e Nissan. In Giappone l’uomo d’affari deve affrontare diversi capi d’accusa. Due in particolare chiamano in causa una presunta violazione della legge Fiel (Financial Instruments and Exchange Law). L’altra invece riguarda “l’abuso di fiducia aggravato” per la sottrazione di 14,7 milioni di dollari dalle disponibilità di Nissan.
Il gruppo nipponico chiede inoltre la restituzione di altre somme e beni quali le residenze di Ghosn nelle Isole Vergini britanniche e nei Paesi Bassi. Ghosn è indagato anche in Francia per il finanziamento del suo matrimonio, celebrato nel castello di Versailles nel 2016, e per alcuni pagamenti effettuati da Renault.