ROMA – “Convivo con i terremoti, ma sentire il pavimento oscillare non è mai simpatico”. Paolo Messina, direttore dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr, ieri sera era nella sua casa di Roma quando c’è stata la seconda scossa, quella più forte. Era appena rientrato da Rieti dove aveva partecipato a un incontro sul sisma del 24 agosto. “Nella capitale le vibrazioni arrivano attutite. Ma mi trovavo a L’Aquila la notte del 6 aprile 2009 e lì ho imparato cosa significa trovarsi vicino all’epicentro”.
L’Aquila, Amatrice, ora le Marche. Cosa sta succedendo sotto i nostri piedi?
“Nell’Italia centrale ci sono faglie che si muovono e che possono provocare terremoti anche molto distruttivi, come abbiamo visto. Ma dobbiamo capire che non stiamo assistendo a un fenomeno straordinario, è sempre successo. Solo che gli esseri umani tendono a dimenticare certe cose e a ripetere gli stessi errori”.
Per esempio?
“Si sottovaluta il pericolo sismico mentre si dovrebbe imparare a conviverci. E sopratutto non ci si pone il problema di un patrimonio edilizio inadeguato. Chi compra un’auto si premura che sia dotata di airbag e abs, ma quando si costruisce o ristruttura un casa spesso si preferisce risparmiare piuttosto che investire in sicurezza”. Mettere in regola tutti gli edifici nelle zone a rischio d’Italia sembra però un’impresa economicamente improba.
“E invece, gradualmente, va portata a termine. Perché rischiamo, dopo eventi come quelli di queste ore, di dover pagare prezzi ancora più alti. E comunque, costruire case a prova di terremoto è l’unica arma che abbiamo”.
Tornando alla geologia, cosa è successo ieri sera nelle viscere della Terra?
“A poche ore di distanza possiamo fare solo ipotesi: probabilmente si è mosso il ramo settentrionale della stessa faglia che ha generato il terremoto dell’agosto scorso ad Amatrice”.
E ora cosa accadrà?
“Non si possono fare previsioni. Ma dopo le scosse più forti la faglia cercherà un nuovo equilibrio, probabilmente attraverso uno sciame sismico di assestamento “.
Cosa consiglia a chi ha lasciato le case nella notte?
“Di rimanere, nelle prime ore, in spazi aperti. Gli edifici sono stati indeboliti dalle due forti scosse di ieri sera e anche una debole scossa di assestamento potrebbe provocare crolli pericolosi”.