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Roma, casting per la panchina: ecco i possibili sostituti se salta DiFra

Mar 4, 2019

ROMA – Manca solamente una goccia per far traboccare il vaso giallorosso. Eusebio Di Francesco è appeso ai 90 minuti di Champions: mercoledì la Roma a Oporto non si giocherà soltanto il pass per i quarti di finale ma anche il futuro del tecnico. Senza qualificazione o una buona prestazione, sarà addio. Sono quattro i nomi caldi e in ballo in caso di esonero dell’abruzzese, due ex romanisti, uno juventino e un milanista.

SOUSA – In pole è sicuramente l’uomo scelto da Franco Baldini e vallato dal presidente Pallotta. Paulo Sousa – che sarà in tribuna a Oporto – aspetta la chiamata della Roma per rilanciarsi in Europa dopo l’esperienza flop in Cina. L’ex giocatore di Juventus e Inter ha cominciato a farsi conoscere nel 2014 quando ha firmato per il Basilea dopo l’esperienza in Israele con il Maccabi Tel Aviv. Ha vinto il campionato elvetico ed è arrivato in finale di coppa di Svizzera, persa contro il Sion, mentre in Champions League – ironia della sorte vista la situazione di Di Francesco – è stato eliminato agli ottavi di finale dal Porto. L’anno seguente ha rescisso il contratto e si è accasato pochi giorni dopo alla Fiorentina, con la quale ha raggiunto il quanto e l’ottavo posto. Non confermato, nel 2017 ha preso il posto di Fabio Cannavaro firmando con i cinesi del Tianjin Quanjian: un anno dopo è stato esonerato con la squadra a metà classifica. Allenatore ramingo con cinque campionati girati in appena sei anni, l’esperienza nella Fiorentina è stata la più lunga della sua carriera con 740 giorni in carica. Con la squadra viola Sousa è riuscito a vincere una sola volta contro la Roma, battendola al Franchi uno a zero. Poi due sonore sconfitte per 4 a 0 e 4 a 1, e un 1 a 2 in casa con i gol di Salah e Gervinho. Tecnico da 3-4-2-1, ma con propensione anche al 4-2-3-1, modulo che Di Francesco ha utilizzato il più delle volte in questa stagione.

DONADONI – Ha rifiutato una proposta da Giappone per rimanere nel calcio che conta. Per la Roma naturalmente sarebbe pronto a firmare immediatamente. Roberto Donadoni vuole ripartire dopo l’addio amaro al Bologna e rilanciarsi in un grande club. Sarebbe anche disposto a legarsi con i giallorossi con un contratto di sei mesi più l’opzione di un anno in caso di quarto posto: la voglia di rientrare in gioco è forte, così come la rivincita in una grande squadra dopo l’esperienza in Nazionale e i sette mesi al Napoli. Stravede – come naturale – per Zaniolo: Donadoni sarebbe pronto a metterlo al centro del suo progetto anche a costo di modificare il suo 4-3-3.



PANUCCI – È il nome caldo subito dopo Paulo Sousa. Ad alcuni dirigenti piace anche più del portoghese perché sarebbe un vero e proprio traghettatore fino a giugno per poi provare l’affondo su Maurizio Sarri. Christian Panucci nonostante il suo impegno con l’Albania fino a novembre sarebbe pronto ad accettare la Roma per portarla in Champions League. Conosce la piazza ed ha il carattere giusto per dare la scossa ai giocatori e all’ambiente. Ha giocato sette anni nella Roma, indossando anche la fascia da capitano. Conosce la piazza, sa come stimolarla e raffreddarla a seconda dei casi. Tecnico da 4-2-1-3, a Trigoria Panucci è più di un’idea.

MONTELLA – Un altro nome papabile per la panchina della Roma è quello di Vincenzo Montella. Per l’aeroplanino sarebbe un ritorno dopo i sei mesi a Trigoria da tecnico nel 2011. «La Roma è rimasta qualcosa di incompiuto», ha dichiarato più volte l’ex attaccante giallorosso. E allora chissà che il tecnico non possa avere un’altra occasione in giallorosso, dopo quella mancata nel 2012 per incomprensioni con l’allora direttore sportivo Sabatini. Montella dopo il flop Milan e la parentesi amara al Siviglia sarebbe pronto a dire sì alla Roma per rilanciare la sua carriera. L’ingaggio non è un problema, la durata del contratto invece sì: sei mesi con l’opzione di un anno in caso di Champions non sarebbero sufficienti: Montella vorrebbe firmare per due anni e mezzo, in modo da avere il tempo di costruire il suo modello di Roma. Il 4-3-3 è il suo credo, ma nell’esperienza al Siviglia ha optato anche per il 4-2-3-1. In fondo, come dice Di Francesco, sono soltanto numeri.

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