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Mercato Italia: marzo in forte frenata

Apr 4, 2018

Secondo mese consecutivo di flessione per il mercato dell’auto in Italia: dopo quello di febbraio, arriva il dato di marzo, che con il consuntivo finale del -5,8% conferma in maniera esatta le previsioni non positive che diversi analisti avevano ipotizzato.

I dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti indicano che a marzo sono state immatricolate 213.731 unità, a fronte delle 226.780 dello stesso mese del 2017.

Il primo trimestre dell’anno, che statisticamente corrisponde a circa il 29% dell’immatricolato annuale, si chiude con 574.130 unità, corrispondenti ad un calo dell’1,6% rispetto alle 583.162 vetture nel periodo gennaio-marzo 2017, quando il trimestre archiviò un aumento del 12%.

In crisi le vendite ai privati

L’analisi per canali di vendita evidenzia il forte calo dei privati che perdono il 14,8%, con una flessione maggiore per gli acquisti di auto diesel (-24%) da parte delle famiglie, a cui fa seguito una flessione di circa l’8% della benzina, mentre crescono gli acquisti di vetture a basso impatto ambientale.

Il risultato in contrazione si ritrova anche nelle vendite trimestrali, che registrano per i privati una flessione dell’11,3% con volumi che superano appena le 300.000 unità.

A marzo si spartiscono il mercato in maniera equa le vendite a persone fisiche (49,9% di quota, -5%) e le persone giuridiche (30,6% per il noleggio e 19,5% le società).

Buoni i risultati del canale del noleggio, che guadagna il 5,1% dei volumi nel mese e il 12,1% nel trimestre, con la spinta che arriva soprattutto dal lungo termine, che cresce dell’11,4% a marzo.

In linea, invece, questo mese (-0,4%) il noleggio a breve termine che resta positivo nel trimestre con un +9,8%.

Le società, infine, segnano un +5,9% a marzo ed archiviano un +12,3% nel cumulato, con spinta determinata soprattutto dalle autoimmatricolazioni, in crescita a doppia cifra (+10,4%).

Flette la richiesta di diesel

Nel dettaglio per alimentazione, a marzo il diesel flette del 9%, soprattutto nel canale dei privati, mentre società e noleggio contribuiscono positivamente attenuandone il calo: la sua quota scende di quasi il 2%, fermandosi al 54,5%.

Ciò porta il 1° trimestre in territorio negativo, con i volumi che calano del 2,5%.

A marzo segnano una contrazione anche le motorizzazioni a benzina (-3,9%) e GPL (-10,2%), a fronte dei segni positivi registrati da ibride elettriche e ibride plug-in che riportano nel mese un +26,1% e un +107,5% (+31,7% e 72,6% nel trimestre).

Sono positivi anche i trend del metano, che a marzo registra un +27,9% (+29,8 nei tre mesi) e delle elettriche, che archiviano un +81,7% (+71,9 nel trimestre), ma con un modesto incremento in volumi, visto che valgono qualche centinaio di unità (poco più di 400 a marzo) e una rappresentatività sul parco circolante ancora molto bassa (0,16% a gennaio-marzo 2018 rispetto allo 0,09% di gennaio-marzo 2017).

Robusta richiesta per i SUV

In riferimento ai segmenti, i SUV conquistano a marzo il 33,6% del mercato, grazie ai SUV piccoli e compatti, che rappresentano oltre il 28% di tutte le immatricolazioni del mese.

Nel 1° trimestre 2018, i SUV di tutte le dimensioni sono il 34,5% del mercato, +6,6% rispetto al 1° trimestre 2017 e +8,8% riguardo al 1° trimestre 2016.

Bene anche i segmenti di alta gamma (medie-superiori e lusso), che nei primi tre mesi dell’anno crescono del 9%.

In calo, invece, le registrazioni di superutilitarie, che passano dal 19,2% di quota di gennaio-marzo 2016 al 16,2% attuale.

Le vendite del primo trimestre 2018 attestano un calo dei segmenti B (-10%), C (-7%) e D (-14%).

Il dato di marzo 2018 mostra che la coperta dei KM0 non è più sufficiente a coprire gli affanni di un mercato ancora fragile: il “rosso delle vendite“ stavolta non è stato arginato dalle immatricolazioni dell’ultima ora, vetture che Case automobilistiche e reti commerciali si “auto-acquistano” con la prospettiva di piazzarle poi ad acquirenti soprattutto privati.

Negli ultimi tre giorni del mese sono stati targati quasi 100.000 veicoli, esattamente 98.122, ma si calcola che siano oltre 25.000 le vetture che andranno a ingrossare le fila degli stock di KM0, ormai arrivati a livelli d’allarme, visto che il parco disponibile lo scorso novembre comprendeva 176.000 vetture, per un 62% diesel e per 31% a benzina.

Calcolando che nei primi 11 mesi dell’anno scorso la quota del diesel era del 56,4%, ben si comprende il progressivo aumento dello stock di vetture a gasolio disponibili presso le reti di vendita.

In calo anche l’usato

Le marche nazionali totalizzano nel mese 59.886 immatricolazioni (-12,9%), con quota di mercato del 28%; nei primi tre mesi del 2018, le immatricolazioni ammontano a 159.409 unità (-8,2%), con quota del 27,8%.

I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano 59.474 immatricolazioni nel mese (-12,9%), con quota del 27,8%; andamento positivo per i brand Alfa Romeo (+17%) e Jeep (+76,7%).

Nel primo trimestre 2018, i marchi FCA totalizzano 158.242 autovetture, con calo dell’8,2% e quota di mercato del 27,6%; da inizio anno, risultati positivi i brand Alfa Romeo (+20,9%) e Jeep (+86,9%), ai quali si affianca Lamborghini (+5,4%).

Sono sei, a marzo, i modelli italiani nella top ten: Fiat Panda sempre in testa alla classifica (13.291 unità), seguita da Fiat 500X (6.225) che guadagna due posizioni e da Fiat Tipo (5.771); al quarto posto c’è Fiat 500 (5.596); sesta posizione per Lancia Ypsilon (5.265) e decima per Jeep Renegade (4.448).

Cala a marzo anche il mercato delle auto usate: i 414.705 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore, in attesa della rivendita al cliente) significano un -10% ed il primo trimestre chiude con 1.185.464 passaggi di proprietà (-5%) a fronte dei 1.248.243 di gennaio-marzo 2017.

I commenti delle Associazioni

«Per il secondo mese consecutivo – rileva Aurelio Nervo, Presidente di Anfia – il mercato dell’auto registra una flessione, anche a causa di un giorno lavorativo in meno, determinando una chiusura del 1° trimestre con volumi in calo. Si rileva una certa lentezza nella raccolta degli ordini, su cui influiscono l’attuale clima politico ancora incerto e una ripresa economica più debole del previsto. Non aiuta nemmeno la mancanza di omogeneità nelle misure adottate da alcuni Enti locali per affrontare le emergenze smog e gli accessi alle zone a traffico limitato».

«Il mercato rallenta – ha commentato Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – e con esso rallenta ulteriormente la capacità dei costruttori di contribuire al rinnovo del parco circolante nonostante le poderose campagne promozionali che si sono sostituite agli interventi dello Stato in un processo ormai urgente. Pertanto il compito da affidare al nuovo Esecutivo è di ascoltare le voci della filiera per trovare, insieme, le soluzioni possibili, in ottica di neutralità tecnologica e riprendere un percorso virtuoso che attraverso lo smaltimento del parco anziano consenta di immettere vetture tecnologicamente avanzate nel mercato ed accelerare il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Europa. Questo, insieme alla visione Unrae sullo sviluppo di una mobilità sostenibile sarà il tema di una Conferenza Stampa che terremo il 15 maggio a Verona».

«Il mercato reale di marzo 2018 – spiega Adolfo De Stefani Cosentino, neo eletto Presidente di Federauto, l’Associazione che rappresenta i Concessionari auto di marche nazionali ed estere – è stato pesantemente influenzato dalla fase elettorale e dalla situazione di grande incertezza che ci lasciano le urne. La flessione a doppia cifra del canale dei privati rispetto allo scorso anno, certifica la fase di riflessione del mercato dando corpo alla più classica delle riduzioni di propensione agli acquisti legata al ciclo della politica».

Infine, il calo delle vendite, secondo il Centro Studi Promotor, oltre al giorno lavorativo in meno è anche fisiologico: «Dopo la forte ripresa del 2015 (+16%) del 2016 (+16%) e del 2017 (+8%), nel 2018 la corsa delle immatricolazioni rallenta per forza. E poi un freno sulle decisioni di acquisto di beni di consumo durevole è venuto dalla consultazione elettorale a cui sta seguendo una fase post elettorale lunga e piena di incertezze. Infine la quarta ragione della frenata di marzo è la prosecuzione del rallentamento, in atto fin dall’ottobre scorso, nella politica delle vetture a KM0. Diversi marchi anche a marzo hanno allentato la pressione sui “chilometri zero” sia per privilegiare i margini che per consentire alle loro reti di vendita di smaltire scorte accumulate negli ultimi mesi».

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