Si fa presto a dire mercato: prendere il solo dato numerico finale, confrontarlo con il precedente ed imbastirci sopra un discorso significa limitarsi ad un’analisi superficiale, per quanto corretta.
Il mercato nazionale delle autovetture è un organismo complesso, e per questo a suo modo affascinante: permette, a chi subisce il fascino per altri perverso di numeri, percentuali ed algoritmi, di costruire un sistema di riflessione, per cercare di stabilire quali saranno le evoluzioni prossime venture delle vendite.
Tutte previsioni, precisiamo, destinate nella maggioranza dei casi ad essere smentite dalla realtà nei dodici mesi seguenti.
Eppure, cocciuti come i salmoni che puntuali ogni anno risalgono contro corrente i fiumi per avviarsi alla stagione degli amori, neanche noi siamo riusciti a sottrarci a quello che somiglia ormai un rito.
Bene, fine della premessa: è tempo di dare la voce ai numeri.
Il 2016 in pillole
Nello scorso anno, il mercato italiano ha registrato una crescita delle immatricolazioni di quasi il 16%, con 1.82 milioni di vetture consegnate ai nuovi proprietari; nel dettaglio, le auto diesel sono cresciute del 19%, arrivando al 57% di quota e quelle a benzina del 22%, toccando il 33% del totale; significativo l’incremento delle vetture ibride (+48% circa), mentre le elettriche passano in terreno negativo, registrando un calo del 5,3%, imitate con valori più importanti (-15,6%) dalle auto a GPL e da quelle a metano (-30% dei volumi); i due comparti perdono rispettivamente 2 e 1,6 punti di quota rispetto al 2015.
In riferimento ai segmenti, l’alto di gamma registra un aumento tendenziale del 23% circa, con share del 2,8% sul totale del mercato.
Le vendite di SUV di tutte le dimensioni, con oltre 482.000 unità, assicurano al segmento una crescita del 25%, pari al 26% del mercato.
Nel 2016, il peso dei segmenti A/B è di circa il 44% del mercato, leggermente ridimensionato rispetto al 46% un anno fa; le vendite del segmento C (medie-inferiori) crescono del 27% circa nel 2016, mentre per il segmento D (medie) il rialzo è del 22%.
Nel 2016, ogni 100 nuove vetture immatricolate, alle 44 appartenenti ai segmenti A/B vanno aggiunti 12 SUV piccoli, per totali 56 unità.
La scomposizione per segmenti, grazie alla richiesta da parte di società e del canale del noleggio, evidenzia una crescita superiore al 20% per le medie del segmento C, le medie superiori del D e le vetture del segmento E; più contenuta, ma sempre a doppia cifra, la crescita delle city car (+11,8%), cui seguono le utilitarie del segmento B (+8,5%).
La hit parade dei modelli
Come accade da molte stagioni, in cima alla classifica dei modelli più venduti troviamo diversi modelli del Gruppo FCA, ad iniziare dalle Fiat Panda, capace di crescere come il mercato (+16,5%), arrivando a 145.736 unità; al secondo posto, la Lancia Ypsilon, (+17,6%) con 65.664 pezzi, al terzo la Fiat 500L (+9,3%), scelta in 51.813 unità.
Dopo il podio, quarta piazza ancora per un modello tricolore, la Fiat 500, che grazie anche all’apporto della versione Abarth arriva a quota 49.329 (+11,1%); prima delle vetture straniere, la Renault Clio (15,3%) con 47.423, che prevale sulla Volkswagen Golf (+5,1%) che si ferma a 46.659.
Settima ed ottava posizione ancora per due modelli Fiat: la 500X (+41,9%9 con 46.227 pezzi e Punto, l’unica con segno percentuale negativo (-19,9%), capace comunque di essere scelta 44.293 volte. A chiudere la top ten Italia, la Volkswagen Polo con 43.105 unità e la Ford Fiesta, che arriva a 42.601.
Le pagelle dei costruttori
Nel 2016, il Gruppo FCA ha immatricolato 530.613 autovetture, con un incremento del 18,5%, raggiungendo una quota del 29,1% sul totale del mercato.
Seguono il Gruppo VW, con il 13,3% di quota (+16,3% l’incremento dei volumi), il Gruppo Renault con il 9,3% (+19,8% sul 2015), il Gruppo PSA con l’8,7% di quota (+10,7%), Ford con il 6,8% (+13,7%) e GM con il 5,2,% (+6,8%).
I Costruttori giapponesi pesano per il 10% del mercato (+10%), mentre i marchi coreani, in forte crescita (+18%) costituiscono ormai una realtà consolidata, arrivando a coprire il 6% della domanda.
Nel dettaglio, tenendo presente il già menzionato incremento totale del mercato del 16%, sono andati oltre tale soglia diversi marchi: l’aumento più spettacolare lo porta a casa Jaguar, che sfiora il +200% (per la precisione, 197,58); a parte la prima considerazione che è più semplice crescere di molto quando si parte da una base di poco più di 1.500 unità (erano state 1.651 nel 2015, diventate 4.913 lo scorso anno), quello della factory inglese è un primato invidiabile.
Ma molto bene sono andate anche Honda (+98,02%), Saangyong (+59,27%) e Mazda (+47,60), per le quali però vale più o meno lo stesso discorso fatto per Jaguar.
I marchi premium italiani hanno messo in archivio un 2016 notevole: Lamborghini (+60,34), Maserati (+50,66%) e Ferrari (+49,40%) viaggiano a velocità quasi tripla rispetto al mercato, e trainano le buone performance dei diversi brand FCA, con Lancia/Chrysler a +19,21%, Fiat a +18,39%, Alfa Romeo a +17,12% e Jeep cresciuta del 16,55%.
Tra i big player stranieri, le performance di crescita sono più variegate, comunque superiori all’aumento generale delle vendite: Skoda arriva al +28, 07%, Lexus +26,09%, Renault assomma un +24,72%; per un soffio (+20,25%) BMW supera Mercedes (+19,86%, mentre Smart migliora del 17,37%) nel tasso di crescita, distanziando Audi che esibisce un tasso di crescita del 16,65%
Tra gli altri costruttori orientali, Suzuki cresce del 21,01% ed Hyundai del 18,95.
Ma la stagione non è stata positiva per tutti e non tutti sono promossi: dietro la lavagna finiscono Mitsubishi e Nissan. La prima ha chiuso il 2016 cedendo 8,18%, la seconda arretrando del 4%.
Ora si riparte: chi farà meglio nel 2017?