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Mercati in cerca di stabilità, tensione sul mercato dei cambi

Feb 1, 2017

MILANO – Ore 10:15. I mercati provano a stabilizzarsi dopo un gennaio vissuto ad alti e bassi, tra scommesse sulle politiche pro-crescita di Donald Trump e polemiche per le prime decisioni in chiave anti-immigrazione del nuovo presidente Usa. Milano tratta in rialzo dello 0,8% dopo la buona intonazione dell’Asia. L’attenzione di Piazza Affari si punta ancora su Unicredit, nel giorno del cda che dovrebbe fare il punto sull’aumento di capitale da 13 miliardi che prenderà il via nei prossimi giorni: l’azione recupera dopo i recenti cali. In rialzo anche gli altri listini europei: Francoforte e Londra salgono dello 0,8% e Parigi dello 0,75%.

Sul fronte valutario resta alta la tensione dopo le accuse provenienti dalla Casa Bianca verso Giappone ed Eurozona sui tentativi di mantenere basse le rispettive monete per mettere fuori mercato i produttori americani. All’apertura del mercato dei cambi in Europa, la divisa unica viaggia poco mossa sul dollaro in area 1,078. Il biglietto verde è stato protagonista del peggior mese dallo scorso marzo, e anche nelle ultime ore ha visto pressioni al ribasso sule dichiarazioni di Trump che ha chiarito la sua preferenza per una moneta più debole dei livelli attuali. Sul mercato dei titoli di Stato, lo spread Btp-Bund ha aperto a 183 punti, con il rendimento del Btp decennale al 2,28%.

Mercati in cerca di stabilità, il dollaro recupera terreno

Il cambio di rotta: nella grafica di Bloomberg si vedono gli asset che hanno cambiato direzione nel passaggio tra 2016 e 2017

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Stamane la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo, con l’indice Nikkei in salita dello 0,56% a 19.148,08 punti. Positivo anche il Topix, +0,4% a quota 1.527,77. Nella serata di ieri le contrattazioni di Wall Street si sono chiuse con il Dow Jones che ha perso lo 0,53% a 19.864,94 punti, mentre il Nasdaq si è attestato attorno alla parità (+0,02%) a 2.278,96 punti.

La giornata macroeconomica ruota attorno agli indici Pmi sul manifatturiero: quello cinese si è attestato a gennaio a 51,3 punti (sopra la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione economica), leggermente oltre le attese degli analisti. Anche in Giappone si è assistito a un buon rialzo con il Pmi ai massimi dal 2014 a 52,7 punti. In Europa si registra la progressione a 55,2 punti a gennaio per l’indicatore della zona euro, mentre l’Italia scende da 53,2 a 53 punti restando comunque in terreno di crescita. Bene la Germania: con 56,4 punti si porta al top da tre anni. Negli Usa si conclude la prima riunione del 2017 del Fomc, il comitato monetario della Federal Reserve. Secondo le attese degli analisti il costo del denaro dovrebbe restare fermo, dopo l’aumento di un quarto di punto a un range tra lo 0,50 e lo 0,75% deciso a dicembre. Arriveranno anche i dati degli occupati nel settore privato di Adp.

Il prezzo dell’oro mantiene i rialzi visti ieri dopo che le accuse dell’amministrazione Trump sulle manipolazioni, da parte dei governi, delle quotazioni di euro e yen ha creato turbolenze sui mercati. Il metallo, tradizionale ‘bene rifugio’ viene scambiato a 1210 dollari l’oncia. L’aumento delle scorte negli Stati Uniti mantiene sotto i 53 dollari al barile il prezzo del petrolio sui mercati. Il greggio Wti viene scambiato a 52,75 dollari, con un ribasso di 6 centesimi. Da inizio anno, in ogni caso, il guadagno è pari al 15% grazie all’accordo sui tagli deciso dall’Opec e da alcuni paesi non membri. In calo anche il Brent (-0,2% a 55 dollari).

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