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Mercati in balia delle polemiche su Trump. Tengono Borsa e spread, risale l’inflazione europea

Gen 31, 2017

MILANO – Ore 10:00. Le fortissime polemiche che hanno seguito i provvedimenti di Donald Trumpanti-immigrazione continuano ad esacerbare il clima internazionale, contribuendo a detta degli operatori all’instabilità dei mercati. Non mancano, è bene ricordarlo, le correzioni e le prese di profitto dopo un lungo periodo di crescita che aveva portato i listini di Wall Street a vette mai toccate prima. I listini europei non registrano però gli scossoni che ci si aspettava dopo il tonfo delle Borse asiatiche della notte: Piazza Affari a trattare in terreno positivo dello 0,8%. In cauto rialzo anche le altre Borse europee: Londra e Parigi salgono dello 0,2%, Francoforte aggiunge lo 0,15%.

Anche l’Italia resta a suo modo protagonista internazionale. Sono le ultime ore perché il governo Gentiloni risponda alla richiesta Ue di dettagliare misure per correggere i conti di 3,4 miliardi, mentre un vertice tra il premier e il ministro Padoan ha contribuito a chiarire la linea italiana: “Niente manovre estemporanee” per rincorrere il taglio delle spese, ma senza sbattere platealmente la porta in faccia all’Europa si cerca di prendere tempo per realizzare misure efficaci ad aprile. Intanto è stabile in avvio di giornata il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi: lo spreadBtp-Bund, che ha vissuto una fiammata in questi giorni, in avvio di giornata cala sotto 185 punti, per un rendimento del Btp a dieci anni intorno al 2,3%.

Ieri a Piazza Affari è stato protagonista in negativo il comparto bancario: la Bce ha detto chiaramente che gli istituti italiani devono fare ancora molto sulla pulizia dei bilanci e l’avvicinarsi dell’aumento di capitale di Unicredit – maxioperazione da 13 miliardi legata proprio a una serie di svalutazioni di crediti marci che porteranno il 2016 in rosso per quasi 12 miliardi – contribuisce a creare pressione sul comparto. Anche oggi il titolo di Piazza Gae Aulenti è sotto i riflettori: parte ancora in ribasso, poi recupera con il resto del comparto finanziario. Occhio a Parmalat: Consob ha dato il via libera al prospetto dell’offerta pubblica di acquisto lanciata da Lactalis sulle azioni ordinarie di Collecchio a 2,8 euro per azione. Il periodo di adesione va dal 9 febbraio al 10 marzo.

Sui mercati valutari prevale il nervosismo per l’incertezza con cui si è aperta l’era Trump: l’euro nelle ultime ore oscilla sopra e sotto 1,07 dollari. La valuta unica, partita sotto tale soglia, tratta poi a 1,0707 dollari e 121,8 yen. Dal fronte macroeconomico europeo si registra l’accelerata del Pil in Francia nel quarto trimestre con una crescita dello 0,4%. Il Pil l’anno scorso ha registrato quindi una crescita dell’1,1% inferiore alle attese del governo che puntava sull’1,4%. Male le vendite al dettaglio di dicembre in Germania (-1,1% annuo), mentre si attendono i dati sulla disoccupazione in Italia, Germania e nell’Eurozona. Parlando a Francoforte, il governatore Bce, Mario Draghi, ha ammonito: “Un’integrazione finanziaria incompleta crea vulnerabilità”, mentre “andare verso l’integrazione è un obiettivo fondamentale dell’Eurosistema”.

In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in netto ribasso, in scia ai cali degli scambi degli Usa. A poco è servita l’accelerazione della crescita nel settore dei trasporti che ha spinto nel complesso la produzione industriale in Giappone. Non migliorano invece le spese per consumi, in calo per il decimo mese consecutivo. In base ai dati del ministero dell’Economia, nel mese di dicembre la produzione è aumentata dello 0,5% e segue l’incremento dell’1,5% registrato in novembre, quando il governo ha rivisto al rialzo le previsioni sullo stato dell’economia. La Banca centrale del Giappone (Boj) ha mantenuto intanto la politica monetaria invariata, come da attese, e lasciato il costo del denaro in territorio negativo al meno 0,1%. L’istituto guidato dal governatore Haruhiko Kuroda ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita dell’economia all’1,5% per l’anno fiscale 2017, dal precedente +1,3%. In linea con le attese, infine, la disoccupazione al 3,1%. Segnali positivi che come detto non hanno risollevato il Nikkei, che ha pagato piuttosto la rinnovata pressione sullo yen che impatta sui titoli dell’export: a fine giornata ha perso l’1,69% a quota 19.041,34, con una perdita di 327 punti.

Anche Wall Street, ieri sera, ha segnato un passivo pesante chiudendo la peggior seduta del nuovo anno: il Dow Jones ha perso lo 0,61% tornando sotto 20mila punti, lo S&P500 ha ceduto lo 0,6% allontanandosi da quota 2.300 e il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,83%.. La giornata di oggi riserva per gli Usa i dati sul costo del lavoro, l’indice Case-Shiller sui prezzi delle case e la fiducia dei consumatori di gennaio.

Il prezzo del petrolio è in calo, con i mercati innervositi dall’aumento della produzione Usa, che depotenzia i tagli Opec. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono di 13 cent a 52,50 dollari e quelli sul Brent salgono di un cent a 55,24 dollari al barile. Oro ancora in rialzo sui mercati asiatici dove il lingotto con consegna immediata torna a passare di mano sopra i 1.200 dollari l’oncia archiviando così il mese di maggiori rialzi da giugno 2016. Pesa l’incertezza globale, che come spesso accade si trasforma in un ricorso agli investimenti nel metallo prezioso, considerato il porto più sicuro in acque agitate.

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