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Mercati appesi ai leader europei: dopo Brexit arriva l’incognita spagnola

Giu 25, 2016

MILANO – Dopo Brexit, il voto in Spagna. I mercati tengono il fiato sospeso e aspettano la riapertura delle contrattazioni per capire il reale effetto della vittoria dei “leave” che porterà il Regno Unito fuori dall’Unione europeo. Di fatto – per gli addetti ai lavori – quella di venerdì scorso è stata solo una correzione, tutto sommato proporzionata alle forti scommesse che i mercati finanziari avevano piazzato, nei giorni precedenti al referendum britannico, sulla vittoria dei ‘Remain’. A questo, però, si aggiungerà l’esito delle elezioni spagnole: se dopo il nulla di fatto di sei mesi fa, dalle urne non uscisse una maggioranza chiara a capace di formare un governo stabile o – peggio – vincesse Podemos, per le Borse si aprirebbe il baratro. Di tutto questo discuteranno a Sintra i banchieri riuniti per l’annuale forum della Bce dove mercoledì era atteso anche il governotre della Banca d’Inghilterra, Mark Carney.

In questo senso molto dipenderà anche da quanto i leader europei riusciranno a garantire, per usare le parole di Christine Lagarde, una “transizione morbida” verso un nuovo regime di relazioni economiche tra Bruxelles e Londra. Il rischio è quello di divergenze tra istituzioni comunitarie e governi nazionali che darebbe ulteriore impeto alle forze centrifughe che si stanno dispiegando. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha avvertito che “non sarà un divorzio consensuale”. E’ difficile però che gli Stati membri vogliano rinunciare all’accesso a un mercato come quello del Regno Unito, pronto a rientrare nell’orbita del suo alleato naturale: gli Stati Uniti d’America, che hanno perso, dal canto loro, una sponda fondamentale per portare avanti quel ‘Ttip’ che lascia Berlino fredda e non piace per niente a Parigi.

Intanto la settimana inizia con un vertice a Berlino tra la cancelliere tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, Francois Hollande e Matteo Renzi, mentre martedì a Bruxelles è in agenda una riunione straordinaria del Parlamento europeo, poche ore prima del vertice dei capi di stato e di governo della Ue. “In questo momento – ha detto Angela Merkel, presentando il vertice di lunedì – dobbiamo restare calmi e composti. Dobbiamo fare un’analisi ponderata e prendere le decisioni appropriate. Soprattutto dobbiamo mantenere strette relazioni col Regno Unito, ma è evidente che si tratti di un colpo per l’Europa. Quello che accadrà nei prossimi giorni, mesi e anni dipenderà da quanto noi, altri 27 paesi, saremo in grado e vorremo fare”.

La Bce ha subito comunicato in una nota di essere pronta a fornire “liquidità aggiuntiva, se necessario, in euro e in valuta estera” aggiungendo che il “sistema bancario dell’area dell’euro è resistente in termini di capitale e di liquidita”. La scorsa settimana, sullo stesso tema si era espresso anche il presidente Mario Draghi sostenendo che “la Bce è pronta per tutte le emergenze in seguito al referendum sull’Unione europea nel Regno Unito”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Janet Yellen, governatore della Federal Reserve, che “valutera” l’esito del voto sul referendum ed esaminerà “le possibili ripercussioni” e “i rischi potenziali”, tuttavia la banca centrale americana non ha in programma riunioni di emergenza. Tuttavia, anche la Fed ha annunciato di essere “pronta a fornire liquidita” in caso di pressioni sui mercati, tramite le linee di swap esistenti con le altre banche centrali, con cui si muove in stretto coordinamento. Difficile a questo punto ipotizzare un rialzo dei tassi prima dell’anno prossimo.

Tra i principali eventi congiunturali attesi per l’ultima settimana di giugno ci sono l’indicatore sull’economic sentiment dell’Eurozona di mercoledì 29 giugno. La volatilità dei mercati finanziari, l’apprezzamento dell’euro e il rialzo dei prezzi del petrolio, prima dello choc Brexit, potrebbero avere pesato sulla fiducia nell’Eurozona in giugno e tutti gli indicatori sono attesi in calo. Giovedì 30 è la volta della stima flash sull’inflazione armonizzata dell’Eurozona per giugno: il dato mensile potrebbe segnare un rialzo di uno 0,1% sotto la spinta della crescita dell’inflazione core, dove resta stabile l’inflazione alimentare e sale quella dei servizi, una volta riassorbito la volatilità dei prezzi dettata dalla pasqua anticipata. Martedì 28 negli Usa sono di turno i dati della fiducia dei consumatori a cura del conference board, mercoledì toccherà ai redditi e ai consumi personali. Il mercato del lavoro ha puntato al ribasso in maggio, ma la dinamica salariale è migliorata, così pure come sembrano essere salite le spese personali, con contributi dal settore dell’edilizia e dei carburanti. Venerdì è atteso invece l’Ism manifatturiero.

Lunedì.

Usa: bilancia commerciale, maggio; markit pmi servizi Usa, giugno

Martedì.

Usa: Pil annualizzato, primo trimestre; prezzi case aprile; fiducia consumatori, giugno

Mercoledì.

Germania: fiducia consumatori, luglio; inflazione giugno

Spagna: inflazione, giugno% ***

Usa: reddito e consumi famiglie, maggio; vendite abitazioni, maggio; scorte greggio (settimanali)

Giovedì.

Giappone: produzione industriale, maggio

Francia: inflazione, giugno

Germania: tasso di disoccupazione, giugno

Italia: deficit, primo trimestre; inflazione, giugno

Gran Bretagna: Pil, primo trimestre

Eurozona: inflazione, giugno11,00 Eur inflazione, giu

Usa: nuove richieste sussidi disoccupazione (settimanale); indice Pmi Chicago

Venerdì.

Giappone: consumi famiglie, tasso disoccupazione e inflazione, maggio

Cina: Pmi manifatturiero, giugno

Italia: tasso di disoccupazione, maggio

Eurozona: tasso di disoccupazione, maggio

Usa: Ism manifatturiero, giugno

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